Pellegri, Quaini, Coppola, Raul. Loro (e l’oro) del Genoa

Alla scoperta dei Fab Four della Primavera del Genoa

La gioia rossoblù (dal profilo Facebook di Matarese)

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Quattro come i ragazzi di Liverpool che rivoluzionarono la musica, il costume e la società negli Anni ’60. Quattro come l’attuale posto in classifica nella stagione regolare. Per gli amanti della numerologia il quattro rappresenta le fondamenta, la stabilità. La Primavera, appunto: dove s’imparano le istituzioni del calcio.

Da qualche anno il settore giovanile del Genoa sforna talenti che in poco tempo raggiungono grandi palcoscenici. Dal savonese El Shaarawy, al matuziano Sturaro, al napoletano Mandragora. Tutti campioncini scoperti dal ds Carlo Taldo e Michele Sbravati, portati a Genova per un tozzo di pane e rivenduti come tartufi. Il sistema funziona e l’attuale Primavera di Stellini porta in dote alcuni elementi interessanti che, a fronte dell’attuale campionato, meritano un approfondimento.

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Pietro Pellegri entra in campo a Torino (Foto Genoa cfc)

Il più giovane dei Beatles rossoblù. Sarebbe Ringo Starr, il batterista protetto da Paul McCartney da un eloquente brano: Dont’ pass me by. Non tagliatemi fuori. Pellegri non corre questo rischio perché è un predestinato. Contro il Torino ha eguagliando il record di precocità di debutto appartenente ad Amadei: come raggiungere la hit parade al primo colpo. Forte fisicamente dal suo metro e novanta, la torre di Pegli vanta ottimi risultati anche in uno sport fisico come la pallanuoto.

In area domina gli avversari, tutti più grandi di lui ma solo all’anagrafe. Ha uno strapotere che gli consente di vincere i duelli aerei rivitalizzando palloni destinati a far compagnia al volo dei gabbiani. E poi segna: già sette gol in tredici partite, numeri importanti per un 2001 che gioca con i ’97 e ’98. Pietro Pellegri ha un sogno: debuttare al Ferraris con la maglia del Genoa, la squadra del cuore che lo ha portato a rifiutare il percorso formativo del Manchester United. Se non è amore questo…

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