Nella loro storia il Genoa e il Perugia si sono incontrati in ventotto occasioni a livello di Campionato (quattro in Serie A e ventiquattro in Serie B) ed una sola a livello di Coppa Italia. Siccome l’incontro di sabato 21 agosto 1993, in cui si registrò la sorprendente vittoria per 2-1 dei padroni di casa, militanti in Serie C1 e conseguentemente inferiori di due categorie agli avversari, venne disputato a Perugia, esso non può essere utilizzato e la nostra rubrica si occuperà, quindi, dell’ultima partita – a Genova e in assoluto – che, giocata domenica 13 febbraio 2005, si concluse con la vittoria per 1-0 del Grifone umbro.
In quell’annus horribilis (promozione sul campo in Serie A ribaltata a tavolino in retrocessione in Serie C1 per l’illecito sportivo in Genoa-Venezia 3-2 di sabato 11 giugno 2005) della storia del Genoa, gli uomini dell’ex tecnico del Perugia Serse «l’uomo del fiume» Cosmi avevano totalizzato 48 punti nelle 21 giornate del girone d’andata, mentre in quello di ritorno, pur subendo solamente tre sconfitte, ne avrebbero sommati 30. La «frenata» era iniziata subito con i pareggi interni a reti bianche contro Modena e Torino, inframmezzati dal 2-2 a Pescara e seguiti dal rovinoso 0-4 a Salerno. Allarmato da quella disfatta, Cosmi aveva schierato una formazione prudente con «esterni alti» il serbo Nikola Lazetić e Marco Rossi e l’argentino Diego Alberto «el Principe de Bernál» Milito, schierato nel ruolo di punta centrale – nel quale si sarebbe imposto quattro anni dopo – anziché in quello consueto di seconda punta al fianco di Roberto «il barone del goal» Stellone (subentrato all’inizio della ripresa al posto dell’italo-tedesco Vincenzo Italiano nel tentativo di raddrizzare le sorti dell’incontro).
Pur esercitando una netta supremazia territoriale, il Genoa ebbe un paio di autentiche occasioni da rete: al 22’ del 1° tempo Rossi colpì il palo esterno sinistro con una conclusione di destro e al 20’ della ripresa, sfruttando un cross rasoterra dalla destra di Stellone, Giovanni Tedesco II ebbe l’occasione di segnare il classico «goal dell’ex», ma si vide respingere il tiro dal portiere perugino Lorenzo Squizzi). Il gol e una ghiotta opportunità per gli ospiti: rete decisiva al 38’ del 1° tempo di Gennaro Del Vecchio con un colpo di nuca dentro l’area di porta su un pallone proveniente dalla destra dall’originaria traiettoria del traversone del brasiliano Adriano Ferreira Pinto modificata dalla deviazione impressa dal collo del piede sinistro di Ezio «The Wall» Brevi II, intervenuto in spaccata, e al 20’ della ripresa mal dosato pallonetto del ceco Jaroslav Šedivec, presentatosi tutto solo davanti ad Alessio «Gatto» Scarpi, che non ebbe difficoltà ad intercettare la sfera.
Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)