Genoa, conto alla rovescia al derby: Juric fiducia a tempo

«Viviamo di risultati, come tutti nel mondo del calcio, e lui lo sa: spero possa riscattarsi» ha spiegato il patron rossoblù dopo l'assemblea di Lega

Juric Genoa
Ivan Juric (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Delle tre panchine in bilico dopo l’ultima giornata di campionato solo due sono saltate. Quelle di Julio Velazquez e Gian Piero Ventura. Lo spagnolo è stato licenziato dall’Udinese poiché i conti non tornavano: i friulani navigano in una pessima situazione di classifica dopo aver dilapidato un discreto inizio. Ci sono alcune similitudini con i fatti d’ottobre che hanno rivoluzionato la panchina del Genoa. Sull’ex ct della Nazionale sopravvivono le parole di Sergio Pellissier, uomo abituato a vivere sotto il sole dell’onestà. Il Chievo, a zero punti dopo il meno tre della sentenza plusvalenze, resta ultimo in classifica.

Enrico Preziosi è l’unico presidente a non aver proceduto all’esonero, giacché sarebbe stato il secondo in un mese. Juric, però, ha una fiducia a tempo: il derby sarà decisivo anche per la sua carriera. «Viviamo di risultati, come tutti nel mondo del calcio, e lui lo sa: spero possa riscattarsi» ha spiegato il patron rossoblù dopo l’assemblea di Lega. É partito il conto alla rovescia verso una delle stracittadine più cariche di significato ed emozioni degli ultimi anni. Il gesto di Preziosi ha smorzato i mormorii dei genoani – fortissimi dopo il ko con Inter e Napoli – o quantomeno li ha sospesi fino alla tarda serata 25 novembre.

Il presidente del Genoa è convinto di aver preso la decisione corretta per il bene e la stabilità della squadra in un momento particolare dell’anno. Scelta coerente, anche perché Chievo e Udinese vivono due situazioni peggiori rispetto a quella del Grifone: sono squadre clamorosamente involute nel corso delle settimane ovvero mai nate. I rossoblù, invece, hanno ancora del potenziale da sviluppare (e limare certi difetti tattici) per conquistare una salvezza serena. Guardarsi alle spalle è sintomo di intelligenza, lo fanno anche gli scalatori in montagna, ma senza sporgersi troppo perché il rischio è quello di scivolare.

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