Lettera, Paolo Guidetti: «Se restassimo in A festeggeremo. Altrimenti ci attendiamo di stravincere la B»

Il nostro lettore: «Lo dobbiamo anche a chi non più nel fiore degli anni, come mi ha detto di recente un parente, "no gh'o ciù tanto tempo pe vedde o Zena goâgnâ quarcösa"»

Gradinata Nord Genoa
La Gradinata Nord (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Caro Direttore, cari tutti e tutte,

abbiamo vissuto un anno davvero assurdo e stiamo vivendo un momento tutto particolare.

Questa è l’ora in cui emozione e ragione si mescolano, in cui l’immediato e la prospettiva a lungo termine si confondono. Sono elementi, tuttavia, che dobbiamo cercare di tenere separati per tenere la barra dritta.

Da ogni punto di vista questo campionato è per noi una scommessa il cui esito è ancora incredibilmente (con 2 sole vittorie in campionato) ignoto. In parte ne saremo attori, in parte spettatori.

Anche se fa male pensarlo, se sarà Serie B (mi mordo labbra e faccio gesti scaramantici di ogni tipo mentre lo scrivo), non sarà il peggiore dei mali possibili se si pensa alla situazione in cui ci trovavamo (magari senza averne piena percezione) ad inizio campionato: squadra assemblata da cani e quasi senza giocatori di proprietà, ambiente depresso e distante dalla squadra, entusiasmo sotto le scarpe e, alla luce dei dati di ieri, un passivo in bilancio da paura. Io di conti non ne capisco, ma come è possibile che vi sia un tale buco visto che sono stati venduti anche i fili d’erba del Pio? Se penso a società fallite come il Palermo preferisco di certo un anno di B e 777 in sella.

Emozionalmente la retrocessione fa male di certo, ma se bisogna passare da lì per risorgere, ce ne faremo una ragione (avendone viste e vissute già altre, almeno per chi è sulla cinquantina come il sottoscritto), soprattutto se l’alternativa era galleggiare mestamente in fondo alla serie A senza sogni, con il rischio, magari, di fallire un anno o l’altro. Speriamo che il recente passato e i suoi attori (tra cui uno che non mi fa piacere neppure nominare) spariscano proprio dalla nostra via.

Razionalmente, retrocessione o no, è importante che 777, come ha fatto oggi, ribadisca l’interesse ad un certo progetto di sviluppo. Se così sarà, un anno di B passerà in fretta. La tifoseria del Genoa ha mostrato un’intelligenza e una passione fuori dal comune, che io non credo si possano immaginare altrove. Ero nella nord per la partita con la Lazio e a fine partita mi è parso persino che Blessin fosse in imbarazzo….nel senso che dopo tre sconfitte e un piede in B, veniva acclamato per fare la scivolatona sotto la gradinata. Per chi dice, rodendosi forse il fegato, che i tifosi sono la rovina del Genoa quel che sta succedendo è uno schiaffo in faccia ben dato.

Questa è un’apertura di credito enorme verso la nuova proprietà, alla quale sono scusati errori di fatto enormi, visto che al momento dell’acquisizione c’era ancora un buon margine di recupero. Ma gli ‘errori’ non sono tutti i uguali. L’innominabile ha perseverato in una gestione umiliante per il nostro modo di vedere il Genoa, facendo il più grande danno possibile…staccare il Grifone centenario dal cuore del suo popolo…quel cuore che ora è in festa e non lo rimpiange malgrado le difficoltà contingenti.

L’apertura di credito non è però infinita. Quindi, se questo anno per miracolo restiamo in A sono sicuro che verrà giù la città per i festeggiamenti, mentre se andiamo giù, allora non ci sono storie…date le promesse fatte, ci attendiamo di stravincere il campionato di B e costruire qualcosa di degno della nostra storia negli anni a venire…lo dobbiamo anche a chi non più nel fiore degli anni, come mi ha detto di recente un parente, “no gh’o ciù tanto tempo pe vedde o Zena goâgnâ quarcösa”.

Per i sogni ci sarà tempo, ora non resta che fare un passo per volta, il prossimo contro i sardi obbligato (per la classifica), cosi come il successivo contro gli innoinabili a strisce (per ben superiori ragioni)…il resto si vedrà.

Saluti,

Paolo Guidetti

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