DELITTO SANDRI: sei anni di carcere a Spaccarotella

L'agente condannato per omicidio colposo con l'aggravante della previsione. Rabbia tra gli amici e i parenti del tifoso laziale


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La Corte d’Assise di Arezzo, dopo oltre otto ore di camera di consiglio, ha condannato l’agente Luigi Spaccarotella a sei anni di reclusione per omicidio colposo con l’aggravante della previsione del fatto in relazione alla morte del tifoso laziale Gabriele Sandri. Il pm Giuseppe Ledda aveva chiesto invece la condanna a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale.

Rabbia e delusione tra gli amici e i parenti di Gabriele Sandri alla lettura della sentenza della Corte d’Assise di Arezzo che ha derubricato da omicidio volontario a omicidio colposo la condanna per l’agente Luigi Spaccarotella. Alcune amiche di ‘Gabbò sono scoppiate in un pianto a dirotto. Una di loro si è sentita male ed è stata soccorsa dai sanitari. Gli amici di Gabriele, la maggior parte vestiti da ultras con maglie della Lazio, hanno iniziato a gridare «infami e buffoni». In questo momento fuori dal tribunale di Arezzo circa una trentina di tifosi biancocelesti stanno urlando contro i giudici e contro il poliziotto, che non era presente in aula, gridando «Bastardo», «Verme infame e schifoso» e «In questo paese non c’è giustizia».

«Non credo più nella giustizia, voglio andare via dall’Italia». Così Daniela Sandri, mamma di Gabriele, ha commentato in lacrime la sentenza che derubrica da omicidio volontario a omicidio colposo (6 anni di condanna) il reato di cui è accusato l’agente Luigi Spaccarotella. «Hanno scavalcato cinque testimoni, è incredibile», ha detto piangendo la signora Daniela Sandri, confortata dal marito Giorgio che le accarezza la testa per consolarla.

«Non credo più nella giustizia, non credo più in niente». Lo ha detto Giorgio Sandri, uscendo dal Tribunale di Arezzo, dopo la lettura della sentenza che condanna Luigi Spaccarotella a sei anni per omicidio colposo, per l’uccisione del 26enne tifoso laziale Gabriele Sandri. «Provo amarezza, sconforto -dice il padre di Gabriele- Faremo appello. Andremo fino in fondo, fino all’ultimo grado di giudizio». Giorgio Sandri ha concluso dicendo: «Credo molto nella giustizia divina».

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