Crac Parma, il pm chiude le indagini preliminari: accuse gravi

Si parla di concorso in bancarotta fraudolenta aggravata, accesso abusivo al credito, truffa, bancarotta documentale, falsificazioni nei bilanci 2010-2014 con operazioni

Tommaso Ghirardi e Pietro Leonardi (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

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Nel caso Parma il pm Paola Dal Monte ha applicato l’art. 415-bis del codice di procedura penale avvisando gli indagati della conclusione delle indagini preliminari. E’ l’atto prodromico al rinvio a giudizio. Le imputazioni sono pesanti: concorso in bancarotta fraudolenta aggravata, accesso abusivo al credito, truffa, bancarotta documentale, falsificazioni nei bilanci 2010-2014 con operazioni, come compravendite di giocatori, non contabilizzate o contabilizzate in modo errato per milioni. Tra gli indagati figurano Tommaso Ghirardi, ex presidente del club emiliano, e Pietro Leonardi, ex ad del Parma.

Secondo la Procura gli indagati, attraverso illecite falsificazioni contabili e di bilancio che hanno permesso la continuità aziendale in assenza dei requisiti economico-patrimoniali, hanno provocato o comunque aggravato il dissesto della società, intervenuto formalmente il 19 marzo 2015, ma di fatto già esistente dal luglio 2012. La Gazzetta dello Sport spiega che si parla di omissioni di costi nell’esercizio per fornire una falsa rappresentazione della situazione patrimoniale e economica e per conseguire un ingiusto profitto, la prosecuzione dell’attività e il depauperamento del patrimonio sociale, di fatti materiali non veri, di false plusvalenze.

Come se non bastasse Ghirardi, Leonardi e altri sei indagati avrebbero distratto beni, al termine della stagione calcistica 2012-2013, attraverso la cessione del marchio Parma Fc alla società Parma Fc Brand Srl. Trasferendo il marchio al corrispettivo di 31 milioni avrebbero determinato un ulteriore depauperamento patrimoniale. Questo perché la società concessionaria era priva di qualsiasi solidità patrimoniale e capacità finanziaria e l’effetto dell’operazione è stato quello di privare il patrimonio di un asset di valore rilevante, a fronte dell’iscrizione a bilancio di un credito dalla dubbia esigibilità.

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