Auguri capitano senza tempo

I primi cinquant'anni di Gianluca Signorini


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In realtà lui non ci ha mai lasciato nè mai lo farà. Si è solo spostato qualche metro più in su, da dove continua a trepidare e a tifare per il suo amato Genoa indossando con orgoglio la gloriosa sciarpa rossoblù. La sua presenza si sente, si vive, si respira ogni giorno, ma non certo nell’album dei ricordi, come accade per coloro a cui basta il tempo per impolverare l’immagine. Qui si parla di presente, di un amore sconfinato, di un dolore che brucia sulla pelle. Di un destino atroce che ha colpito proprio chi sembrava granitico.

Considerarlo il capitano di una squadra di calcio, anche se questa si chiama Genoa, sarebbe davvero limitativo per un personaggio come Gianluca Signorini, che ha rappresentato la faccia pulita del calcio italiano e di un’intera città. Senza divisioni di parte o di colori. Compiere cinquant’anni costituisce un traguardo importante ma la forza di una figura intramontabile come la sua gli permette di considerare ciò un punto di partenza, l’inizio di una nuova epoca.

Le generazioni si susseguono, i figli crescono ma il nome di Gianluca Signorini fa ormai parte della leggenda, di quella ristretta cerchia che, passeranno i decenni, resterà sempre lì, per testimoniare l’amore per l’universo genoano e dimostrare con la propria vita, la grande sofferenza, e la prematura morte, cosa significhi essere un uomo vero.

Claudio Baffico

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