Riforma del sistema calcio: Federsupporter si rivolge ancora al Ministro dello Sport

L'associazione invia a Luca Lotti un documento con una serie di proposte concrete


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[tps_title]Il testo della lettera al ministro Lotti[/tps_title]

Lettera Aperta al Sig. Ministro dello Sport , On.le Luca Lotti

Dipartimento per gli Affari regionali, le Autonomie e lo Sport

 

Oggetto: Riforma del Sistema Calcio

Egregio Signor Ministro,

Federsupporter è un’Associazione costituita in Roma, il 25 gennaio 2010, per atto pubblico, avente come fine statutario quello della rappresentanza e tutela dei diritti e degli interessi diffusi e collettivi dei sostenitori sportivi, quali consumatori di spettacoli sportivi e piccoli azionisti di società sportive.

Qualità espressamente riconosciuta ai predetti sostenitori, ai fini della tutela dei loro diritti, da sentenze della Magistratura ordinaria ( cfr. Sentenza Tribunale Civile di Bari 26 novembre 2014 e Sentenza del Tribunale Civile di Roma del 22 marzo scorso).

Federsupporter è, quindi, un tipico Ente esponenziale di diritti ed interessi superindividuali di una specifica ed omogenea categoria, quale quella dei consumatori e dei piccoli azionisti sopramenzionati, come tale riconosciuta dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e da plurime Autorità giudiziarie, quali, per esempio, il TAR del Lazio ed il Consiglio di Stato.

Federsupporter è, altresì, membro di F.S.E.( Football Supporter Europe), Organizzazione che rappresenta i tifosi di tutta Europa e che, a questo titolo, è soggetto stabilmente interlocutore sia della Comunità e del Parlamento europei sia dell’UEFA.

Poiché, dopo l’infausta esclusione dell’Italia dalla partecipazione al prossimo Campionato mondiale di calcio del 2018, Lei ha pubblicamente manifestato l’intenzione e la volontà di procedere ad una profonda e radicale riforma del sistema calcio, sottopongo alla Sua attenzione, in spirito di leale collaborazione, il Documento, allegato alla presente, intitolato “ I Supporter al centro del Sistema Calcio” che, insieme con altra copiosa documentazione, venne trasmesso il 29 maggio 2015 all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Dr. Matteo Renzi. Documento che, attualmente aggiornato, avevo già sottoposto alla Sua attenzione con mia del 22 maggio scorso.

Il Documento, inviato il 29 maggio 2015 al Presidente Renzi, faceva riferimento all’intenzione, allora manifestata, di voler aprire un Tavolo, fra tutti i soggetti interessati al mondo del calcio, onde mettere a punto una serie di misure, anche legislative, così da ricondurre quel mondo al rispetto dei principi e doveri di trasparenza, di lealtà, di correttezza e probità che lo dovrebbero caratterizzare.

In sintesi, come potrà constatare, il Documento, attualmente aggiornato, prevede:

1.Riconoscimento per legge dei tifosi quali consumatori;

2.Partecipazione dei tifosi al capitale delle società;

3. Presenza maggioritaria dei tifosi negli organi di controllo delle società;

4.Stadi di proprietà di associazioni di tifosi;

5.Struttura omogenea dei bilanci delle società;

6.Autorità indipendente dalla FIGC ed esterna ad essa per le funzioni di vigilanza sulle società;

7. Requisiti specifici per l’acquisizione ed il controllo delle società;

8.Cassa di compensazione UEFA/FIFA per il trasferimento di calciatori da società appartenenti a Federazioni estere;

9.Disciplina di legge della figura e dell’attività degli agenti di atleti professionisti;

10. Inconvertibilità di sanzioni disciplinari non economiche in economiche.

Quanto, poi, alle specifiche questioni attinenti alla commercializzazione dei diritti televisivi ed alla realizzazione di nuovi stadi, trascrivo di seguito alcuni brani tratti dal libro “ Football Clan” del Dr. Raffaele Cantone, attuale Presidente dell’ANAC, Rizzoli Editore, 2012.

La razza padrona del pallone sembra assistere alla fine di un mito, preoccupandosi solo di seguire i propri interessi di bottega. Non è una sorpresa: molti presidenti o azionisti delle serie maggiori usano il calcio soltanto come strumento per realizzare interessi diversi, di natura imprenditoriale o economica. Al vertice delle società spesso ci sono gli stessi protagonisti della ragnatela di Calciopoli, dai quali è difficile aspettarsi istanze riformatrici. E nelle regioni meridionali il pressing delle mafie si fa sempre più forte (omissis) . Che vi sia bisogno di una riforma radicale del calcio e delle sue strutture lo sostengono tutti, tranne i responsabili del settore. Perché alla fine quelli che non hanno voce in capitolo sono proprio i tifosi, esclusi dalla possibilità di influire sulle scelte. La gestione in Roma di Lazio e Roma si è rilevata priva di significato per gli azionisti, rimasti fuori dalla cabina di regia quando non coinvolti in un pessimo investimento. Altrove, in Germania e in Spagna, gli appassionati possono entrare nella struttura societaria e partecipare alle votazioni: è possibile per il Real Madrid e per il Barcellona ma non nel nostro Paese. Un football che è solo affare di pochi difficilmente riuscirà a risollevare la fiducia minata da tanti cattivi esempi, mentre l’opacità delle compagini societarie gestite con criteri da vecchi baroni e condizionate da debiti ciclopici offre spazi per irruzioni sempre più profonde delle mafie”. (pagg.271-272).

Un sistema, quello del calcio : “ Oggi succube dei diritti televisivi, che condizionano i bilanci in maniera sproporzionata (omissis) Le altre stelle europee non dipendono dalla televisione, che rappresenta una voce importante nei conti ma comunque minoritaria rispetto alla capacità di fare impresa (omissis). Chi investe su un nuovo impianto di proprietà da 50 mila posti sa che ci vorranno anni di ottimi risultati sul campo per ammortizzare i costi (omissis). Invece i diritti televisivi arrivano di stagione in stagione: stimolano l’abitudine a navigare a vista, con programmi sul breve periodo (omissis). I criteri per la suddivisione tra società sono alquanto bizantini (omissis). In questa equazione oscura il peso delle prestazioni è bassissimo: solo un quinto dei fondi viene ripartito in base alla classifica degli ultimi campionati (omissis). Questo affare è interamente gestito dalla Lega Nazionale Professionisti, più spesso chiamata Lega Calcio, una sorta di autogoverno del pallone diverso dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, ma molto più potente perché organizza i tornei e domina la risorsa principale”. (pagg. 270-271).

Al riguardo, si esprime apprezzamento per le modifiche, inserite nella Legge di Bilancio sottoposta all’esame del Parlamento, di norme modificatrici della c.d. “Legge Melandri”.

Modifiche che sostanzialmente recepiscono proposte, da tempo e ripetutamente, avanzate da Federsupporter, circa una ripartizione più equa e meritocratica dei ricavi dalla commercializzazione dei diritti televisivi.

Sempre al riguardo, sarebbe, altresì, opportuno che venissero adottate ulteriori modifiche volte ad evitare qualsiasi forma di conflitto di interessi, anche solo apparente, nella suddetta commercializzazione.

Quanto sopra, con particolare riferimento al ruolo ed all’attività che, di fatto, non è solo di consulenza, bensì di intermediazione, svolti dalla Società Infront.

Circa gli stadi di proprietà, si trascrivono alcuni brani tratti dal citato libro Dr. Cantone : “Le lezioni della storia recente, tuttavia, dovrebbero avere insegnato a diffidare delle colate di cemento (omissis). Negli ultimi anni gli scandali non sono mancati (omissis) A Roma, la Lazio di Lotito vuole un complessone da 2 milioni di metri cubi, che dovrebbe gettare le fondamenta sulle rive del Tevere dove secondo gli ambientalisti c’è un vincolo idrogeologico per il pericolo di esondazioni (omissis). Ma se gli stadi di proprietà sono indispensabili per restituire competitività economica al football italiano, bisogna impedire che i vecchi mali entrino nei nuovi impianti. I cantieri devono essere trasparenti, senza denaro pubblico travasato sottobanco da istituzioni sempre più povere. E non devono a nessun costo trasformarsi nell’ennesima opportunità per i clan, che non hanno problemi di capitali e mai come ora possono infiltrare qualsiasi azienda”. ( pagg. 267-268).

Relativamente, poi, ad alcuni contenuti dell’art. 62 ( Costruzione di impianti sportivi) del Decreto Legge n. 50/2017, convertito con modificazioni nella Legge 21 giugno 2017, n.96, mentre Federsupporter condivide ed apprezza il fatto che si sia voluto introdurre espressamente il diritto di superficie e di usufrutto, sottolinea che, diversamente da quanto stabilito dall’art. 1, comma 304, lettera a), della Legge n.147/2013, si sia voluto disgiungere il requisito del raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa dalla valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali ed economici.

Si sottolinea, inoltre, come la possibilità di costruzione di immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva, anziché essere prevista come complementare E funzionale al finanziamento e alla fruibilità dell’impianto sportivo, sia stata prevista, disgiuntamente, quale complementare O funzionale al finanziamento e alla fruibilità suddetti.

Naturalmente non Le sfuggirà la profonda differenza tra la formulazione originaria della normativa e quella successiva, posto che, con quest’ultima, si consente ora che l’equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa e la costruzione di immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva, possano essere finalizzati soltanto al raggiungimento del suddetto complessivo equilibrio economico-finanziario e non più anche alla valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali ed economici ed alla fruibilità dell’impianto sportivo.

Con il che, la costruzione di impianti sportivi, agevolata per il perseguimento di un interesse pubblico, viene così agevolata per il perseguimento di un interesse anche solo o prevalentemente privato.

Altresì discutibile è l’aver previsto che un verbale conclusivo di una Conferenza di servizi decisoria possa costituire variante a Piani Regolatori Generali, diventando così l’approvazione della variante da parte del Comune un atto praticamente vincolato e dovuto, ciò in violazione delle norme urbanistiche in materia.

Se, infatti, può essere comprensibile la volontà di snellimento procedimentale, tale volontà va sempre coniugata con il rispetto dei principi di legalità e con il bilanciamento di diritti, in specie in materia urbanistica e ambientale, costituzionalmente previsti e garantiti

Nel ringraziarLa per l’attenzione e con l’auspicio che, questa volta, così come avevamo richiesto con la nostra del 22 maggio scorso, ci venga concessa la possibilità di poterLe illustrare direttamente le nostre proposte, con l’occasione, Le porgo i miei più cordiali saluti.

Il Presidente

Dr. Alfredo Parisi

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