Luca Vargiu: “Torna il Registro nazionale degli agenti sportivi”

La Legge di bilancio 2018 lo ha istituto presso il Coni


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Dove eravamo rimasti?

Era il 1 Aprile 2015 quando la tanto discussa, acclamata e da molti attesa “deregulation” entrò in vigore cancellando la figura degli agenti di calciatori, del suo albo e del relativo esame di ammissione a favore di una versione light della figura dell’agente, quella del Procuratore sportivo. Una svolta che in molti definirono epocale che aprì le porte del mondo del calcio(mercato) a chiunque avesse voglia di farlo, senza alcuna competenza specifica. Una quota annuale da pagare oltre a una buona (forse nemmeno limpidissima) reputazione e tutti felici e contenti.

Regolarizzata l’irregolarità che già aveva fatto danni in giro per i campi, soprattutto quelli più piccoli ma affollatissimi dei ragazzini, dove da anni persone senza alcun titolo e meno che mai scrupolo, facevano promesse a pagamento a giovani calciatori e a genitori assetati di successo con la gravissima complicità di molte (troppe) società che mai si sono poste il problema di trattare con una persona titolata a farlo davanti a un possibile affare, cosa è cambiato in questi tre anni? Nulla ovvio, anzi la tanto attesa riforma che avrebbe dovuto, secondo alcuni, mettere all’angolo i procuratori che come ben sappiamo sono “il male del calcio” si è rivelata un fallimento nel disinteresse generale perché la materia che riguarda il mondo delle procure viene considerata poco e male dalla quasi totalità del mondo del pallone.

E adesso quindi cosa succede?

Succede che nella Legge di bilancio 2018 del 27 Dicembre 2017 al comma 373 dell’articolo 1 c’è l’istituzione presso il CONI del “Registro nazionale degli agenti sportivi”

373. E’ istituito presso il CONI, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, il Registro nazionale degli agenti sportivi, al quale deve essere iscritto, dietro pagamento di un’imposta di bollo annuale di 250 euro, il soggetto che, in forza di un incarico redatto in forma scritta, mette in relazione due o piu’ soggetti operanti nell’ambito di una disciplina sportiva riconosciuta dal CONI ai fini della conclusione di un contratto di prestazione sportiva di natura professionistica, del trasferimento di tale prestazione o del tesseramento presso una federazione sportiva professionistica. Puo’ iscriversi al suddetto registro il cittadino italiano o di altro Stato membro dell’Unione europea, nel pieno godimento dei diritti civili, che non abbia riportato condanne per delitti non colposi nell’ultimo quinquennio, in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado o equipollente, che abbia superato una prova abilitativa diretta ad accertarne l’idoneita’. E’ fatta salva la validita’ dei pregressi titoli abilitativi rilasciati prima del 31 marzo 2015. Agli sportivi professionisti e alle societa’ affiliate a una federazione sportiva professionistica e’ vietato avvalersi di soggetti non iscritti al Registro pena la nullita’ dei contratti, fatte salve le competenze professionali riconosciute per legge. Con uno o piu’ decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il CONI, sono definiti le modalita’ di svolgimento delle prove abilitative, la composizione e le funzioni delle commissioni giudicatrici, le modalita’ di tenuta e gli obblighi di aggiornamento del Registro, nonche’ i parametri per la determinazione dei compensi. Il CONI, con regolamento da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, disciplina i casi di incompatibilita’, fissando il consequenziale regime sanzionatorio sportivo.

Tre anni sprecati quindi, ora si ritorna al vecchio sistema, a quel vecchio sistema che non era certo perfetto e che invece di essere cancellato avrebbe avuto bisogno di essere qualificato e riabilitato per il suo stesso bene e agli occhi dell’opinione pubblica. Quel vecchio sistema che vedeva certamente un esercito di agenti decisamente troppo numeroso (oltre mille) ma che almeno passava da un esame (anche questo da rivedere) che comunque presupponeva una preparazione per tutti. O quasi. E già perché come ho avuto modo di raccontare nel mio libro la possibilità (rischiosa e a pagamento) di staccare il pass di accesso al mondo degli agenti era presente a ogni sessione d’esame.

Si riparte quindi dal 31 Marzo 2015, con qualche piccola differenza che già fa ben sperare come il fatto che per i parenti più stretti del calciatore non ci sarà la possibilità di rappresentarlo senza aver passato l’esame, ma anche l’obbligo per giocatori e società di avvalersi solo ed esclusivamente di questa figura professionale iscritta al registro. Personalmente spero che i controlli sia in fase di esame che nello svolgimento dell’attività siano più efficaci per il primo e presenti nel secondo e che gli improvvisati vengano messi fuori gioco anche dagli stessi calciatori, dai genitori e dalle società che con una semplice verifica dei requisiti richiesti per poter esercitare l’attività di agente potranno fare selezione prima di fare le vittime indifese (rammento però che era possibile farlo anche prima del 1 Aprile 2015).

Mi piace ricordare chi come IAFA (Italian Association of Football Agents) e Federsupporter (leggete qui) fin da subito ha lottato con non poche difficoltà contro la figura dei procuratori così fortemente e superficialmente voluta dalla FIGC.

Il rinnovamento del pallone passa anche da qui e in questo modo forse potrebbe valerne la pena riprovarci.

Luca Vargiu

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