Le perplessità di Federsupporter sulla scelta della Figc del nuovo sponsor della Nazionale

L'associazione di tutela dei diritti dei tifosi delle discipline sportive riporta anche i pareri discordanti del presidente di Lega Pro e dell'Associazione Difesa Orientamento Consumatori, oltre che di numerose interpellanze parlamentari


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Riceviamo e pubblichiamo

La Nazionale di calcio è stata sponsorizzata da una primaria società che organizza e gestisce a livello mondiale scommesse e gioco d’azzardo.

A tale proposito osservo quanto segue.

Il Presidente della FIGC, Tavecchio, con riferimento alla suddetta sponsorizzazione, ha dichiarato: ”Diamo il benvenuto a INTRALOT tra i Premium Sponsor della Nazionale con una partnership incentrata sui valori visto che una parte fondamentale dell’accordo prevede l’impegno in attività sociali, rafforzando così il lavoro della Federcalcio nella promozione della cultura della legalità e per la diffusione di comportamenti consapevoli all’interno del mondo del calcio”.

Per parte sua, il Direttore Generale della Federazione, Uva, ha affermato: “Da oggi Intralot sarà partner della Federazione, è un marchio con cui abbiamo trovato subito affinità di valori, con l’intenzione di creare un percorso socio-educativo per combattere la ludopatia. Intralot ha dimostrato sensibilità su questi aspetti e la nostra partnership sarà un terreno comune dove potranno essere svolte attività congiunte”.

Dunque, la partnership, anziché attenersi al classico motto “ pecunia non olet”, sarebbe da attribuire soltanto ad elevate e nobili motivazioni, quali: i “ valori” ( quali ?), le “attività sociali” ( quali?), la “legalità”, i “comportamenti consapevoli” (ma consapevoli di che cosa ?), un “percorso socio-educativo” ( ma educativo di chi ? ).

Quanto al rilievo che una delle più grandi società che organizzano e gestiscono nel mondo le scommesse ed il gioco d’azzardo, con sede in Lussemburgo, notorio paradiso fiscale, possa essere dotata di sensibilità in ordine alla ludopatia, lascia, a dir poco, perplessi.

Ma il Presidente federale specifica : “Lo sport e il calcio sono per tutti un terreno di incontro e di dialogo ( ndr. Meno, naturalmente, aggiungo io, che con i tifosi e chi li rappresenta) e un’occasione per affermare ogni giorno i valori che come gruppo condividiamo con gli Azzurri : spirito di squadra, onestà, rispetto e ricerca dell’intelligenza”.

Perciò, valori, legalità, onestà, rispetto, intelligenza, queste le parole più volte usate.

Peccato, però, che, non sempre, alle parole corrispondano i fatti e i comportamenti.

Ecco, allora, le norme calcistiche continuamente interpretate e modificate o, per usare un lessico familiare al Presidente ed al Direttore Generale della FIGC “aggiustate” o che si possono “ aggiustare” a seconda dei casi e, soprattutto, delle convenienze di questo o di quell’altro esponente apicale del mondo del calcio.

Ecco, inoltre, le numerose condanne e sanzioni comminate dagli Organi della Giustizia sportiva ai predetti esponenti per ripetute violazioni dei doveri di lealtà, correttezza e probità, le condanne, anche definitive, i rinvii a giudizio, le indagini penali in corso, le prescrizioni relativamente a vari, gravi reati, o ipotesi di reato, commessi, in corso di accertamento o prescritti, quali, per esempio, i delitti di frode sportiva, di evasione fiscale, di bancarotta fraudolenta, di fatturazioni false, di riciclaggio.

Né va dimenticato che la FIGC, pur essendo una persona giuridica di diritto privato, riceve cospicui contributi pubblici per il tramite del CONI, essendogli riconosciuta l’attribuzione anche di funzioni di rilevanza pubblicistica.

Funzioni che poco e nulla si conciliano con la pubblicizzazione delle scommesse e del gioco d’azzardo, addirittura mediante la Nazionale di calcio.

Ma, si sa, la ludopatia si combatte facendo la pubblicità alle scommesse ed al gioco suddetti, poiché, evidentemente, tale pubblicizzazione deve ritenersi alla stregua di una cura omeopatica.

Il tutto nel silenzio assordante del CONI che, per legge, ha il potere-dovere istituzionale di vigilanza e controllo sulle Federazioni sportive nazionali, in specie per quello che concerne la promozione dello spirito olimpico, conciliando la dimensione economica dello sport con la sua dimensione popolare, sociale, educativa.

L’unica voce discordante che si è, finora, meritevolmente levata nell’ambito del mondo sportivo contro una simile sponsorizzazione è stata ed è quella del Presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, il quale ha rinunciato a tre milioni di euro da un’azienda di scommesse sportive, non ritenendola “in linea con i nostri principi. Non era coerente con i valori che dal mio insediamento abbiamo deciso di darci e di testimoniare. Basti sapere che Lega Pro ha una convenzione con SIIPAC, una associazione di volontari psicologi che, attraverso numeri verdi, aiutano ed assistono i malati di gioco d’azzardo…..Parliamoci chiaro, i soldi sono importanti e senza risorse non si può andare avanti… C’è però anche il risvolto politico, etico, oserei dire delle scelte…. Ma ciò che è sbagliato non sempre è illegale”.

L’autorevole giornalista, Roberto Beccantini, in un suo articolo su “La Gazzetta dello Sport” del 13 ottobre scorso, così si esprime: “Certo, la Nazionale fa parte della Nazione; di una Nazione fondata anche sui giochi, dal Superenalotto in giù, ma sarebbe il colmo dover stampare sulle maglie gli avvisi funerei che decorano i pacchetti di sigarette o le scatole di toscani, le scommesse sono legali, puntate pure,  però a vostro rischio e pericolo”.

Aggiungasi, per soprammercato, le numerose interpellanze parlamentari presentate contro l’accordo della FIGC con Intralot, nonché le dichiarazioni di Roberto Tascini, Presidente dell’ADOC (Associazione Difesa Orientamento Consumatori), secondo il quale “Guardiamo con profondo scetticismo alla sponsorizzazione della Nazionale di calcio da parte di un operatore del betting, al di là delle finalità dell’accordo, sicuramente nobili, espresse dalla FIGC e da Intralot, poiché a livello di immagine e di impatto psicologico sui consumatori, in particolare minorenni ed anziani, appare, quantomeno inopportuno collegare un simbolo dello sport per tutti gli italiani, quale è la squadra di calcio nazionale, al mondo delle scommesse e dell’azzardo”.

Per concludere, insomma, viene da dire da che pulpiti arrivano certe prediche e vengono in mente sia il titolo di una canzone che ha vinto un Festival di San Remo “Fiumi di parole” sia l’invettiva pronunciata da un famoso gangster, interpretato da Robert De Niro, nel film “Gli intoccabili” , “Solo chiacchiere e distintivo, chiacchiere e distintivo“ .

Avv. Massimo Rossetti

Responsabile area legale Federsupporter

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