Federsupporter: barriere e sistemi di rilevamento biometrico, dallo Stadio di polizia allo Stato di polizia?

Riceviamo e pubblichiamo dall'associazione di tutela dei diritti dei tifosi delle discipline sportive di squadra

Tornelli stadio Olimpico Roma (Paolo Bruno/Getty Images)

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Oggi, come pubblicato da alcuni organi di stampa, il dr. Roberto Massucci, già Vice Presidente Operativo dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e, attualmente, Capo di Gabinetto del Questore di Roma, uno dei più autorevoli esperti in materia di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica a causa ed in occasione di manifestazioni sportive, dichiara che “Non abbiamo però trovato la disponibilità al dialogo con le tifoserie delle curve. Io credo che si può essere ultrà anche al di sopra delle righe , ma senza violare la legalità”.

Parole assolutamente condivisibili, ma la lamentata assenza di disponibilità al dialogo va attribuita, innanzitutto, proprio alle Istituzioni preposte alla suddetta tutela.

Ciò, nella fattispecie, è dimostrato dalla, finora, mancata risposta della Prefettura di Roma alle numerose richieste di incontro, formalizzate da Federsupporter con lettere del 30 maggio, 16 giugno, 25 luglio scorsi e, ora, reiterata con lettera in data odierna.

Incontri richiesti proprio per consentire l’apertura di un dialogo e di un confronto, con spirito costruttivo e di leale cooperazione, tra le Istituzioni, come sopra preposte, e un Ente esponenziale, quale Federsupporter, dei diritti e degli interessi collettivi dei tifosi; Ente, peraltro, riconosciuto e legittimato, come tale e come ben sa il dr. Massucci, sia dall’Osservatorio sia da Autorità giudiziarie.

Un Ente che, tra l’altro, non rappresenta gruppi cosiddetti “ultrà”, anche se tali gruppi, come pure riconosce il dr. Massucci, non possono essere, di per sé, criminalizzati ed espunti dagli stadi mediante operazioni, apertamente o surrettiziamente, integranti una vera e propria “ pulizia socio-antropologica”: operazioni che, come recentemente rilevato dalla Cassazione, richiamano “ non illuminate epoche storiche e giuridiche”.

Per venire all’introduzione del cosi detto “rilevamento biometrico”, a parte la madornale “gaffe” costituita da un Comunicato dell’8 agosto scorso della Prefettura di Roma, che, mentre si effondeva ampiamente sulle “aree di parcheggio”, dedicava, invece, appena tre ermetiche parole ad un fatto di notevole rilevanza, senza alcun cenno su in che cosa consistesse tale rilevamento ed in che modo sarebbe stato effettuato, al punto che era necessario un successivo Comunicato per fornire alcune opportune e necessarie spiegazioni, tale rilevamento non trova alcun fondamento logico-giuridico accompagnandosi con la riconferma delle barriere.

Se, infatti, i nuovi meccanismi di riconoscimento biometrico ( altezza, peso, retina, formazione del volto, forma dell’orecchio, movimenti del corpo, etc.) consentono di individuare, con assoluta precisione, chi allo stadio commetta violazioni di qualsiasi genere, per cui, in questo modo, verrebbe assicurato il principio di personalità individuale della responsabilità, sia penale sia amministrativa, non ha, evidentemente, più alcun senso ed è privo di qualsiasi presupposto logico-giuridico il mantenimento delle barriere che, viceversa, integrano sostanzialmente una misura di prevenzione atipica che si basa e presuppone il principio della responsabilità collettiva, ritenuto illegittimo dalla Cassazione.

E, a proposito del dialogo invocato dal dr. Massucci, non si comprende perché la proposta, più volte avanzata, finora invano, da Federsupporter, di adottare negli stadi italiani il modello tedesco, già da anni positivamente sperimentato, delle “ standing area” riservate ai tifosi più affezionati e appassionati, non possa trovare spazio e neppure costituire motivo di dialogo.

Modello che dimostra come sia del tutto possibile conciliare le esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica con le legittime esigenze dei tifosi, anche di quelli definiti “ultrà”, fermo restando il rispetto della legalità.

Senza dimenticare che l’abolizione delle barriere costituisce – costituiva ? – un obiettivo conclamato sia da disposizioni di legge ed amministrative sia dall’ordinamento sportivo, internazionale (UEFA) e nazionale (FIGC).

Inoltre, le barriere ed il riconoscimento biometrico contrastano anche con i risultati di cui al Report 2015 dell’Osservatorio in cui si può leggere che, avuto riguardo alla stagione sportiva 2014/2015 “Relativamente agli scontri, lo stadio presenta il livello minimo di criticità. Infatti sono solo il 12 % gli episodi che si registrano all’interno degli impianti”.

Non solo, ma lo stesso Report indica che, relativamente alla suddetta stagione, non sono stati certo i tifosi di Lazio e Roma i più violenti e pericolosi, bensì quelli della Juventus, con buona pace della tesi secondo cui gli stadi di proprietà garantirebbero l’ordine e la sicurezza pubblica.

Circa, altresì, il fatto che le nuove misure introdotte si giustifichino con l’accentuarsi di fenomeni terroristici, tale motivazione, seppur vera, non giustifica però, comunque, la circostanza che dette misure vengano “ riservate” solo allo Stadio Olimpico di Roma e, in prospettiva, a tutti gli stadi di calcio, e non anche, anzi a maggior ragione, per esempio, ad altri luoghi di aggregazione pubblica, ben più numerosi ed esposti degli stadi ( centri commerciali, banche, luoghi di culto, etc.).

Conseguentemente, non può apparire come non vero e inverosimile agli occhi dei tifosi, anche quelli non “ultrà”, che solo essi vengano contemplati, per definizione e con presunzione assoluta, quali soggetti potenzialmente “criminali” o “ socialmente pericolosi”.

Senza voler tener conto, infine, di altri, pur importanti elementi che suscitano non poche perplessità e riserve, quale l’affidamento della raccolta e del trattamento di dati personali ultrasensibili, non a soggetti pubblici, bensì a soggetti privati, che non sono certamente del tutto affidabili sul piano della totale garanzia della raccolta e del trattamento suddetti, poiché, come rileva il sito Wikipedia, un sistema di riconoscimento biometrico può essere facilmente soggetto “ad attacchi che possono minare uno o più dei tre requisiti classici della sicurezza informatica, ovvero la confidenzialità dei dati, l’integrità dei dati e la disponibilità dei dati”.

Per concludere, Federsupporter, fermo restando l’auspicio che, finalmente, si possa aprire quel dialogo giustamente invocato dal dr. Massucci e che la stessa Federsupporter ha richiesto da tempo e insiste a continuare a richiedere alle Istituzioni preposte, finora, purtroppo, invano, si riserva di valutare, attentamente ed approfonditamente nei prossimi giorni, gli aspetti tecnico-giuridici della situazione venutasi a determinare, allo scopo di , eventualmente, all’esito di tali verifiche, promuovere iniziative anche in sede giudiziaria per la tutela di fondamentali e sacrosanti diritti ed interessi dei tifosi che, non bisogna mai dimenticarlo, sono giuridicamente dei consumatori con tutti i diritti che, come tali, loro l’ordinamento riconosce e garantisce, anche attraverso forme collettive di rappresentanza ( art. 2 Codice del Consumo).

Nel frattempo, si consiglia ai tifosi, in specie di Lazio e Roma, di riflettere attentamente sull’opportunità di sottoscrivere abbonamenti in una situazione che li vede esposti a improvvise, sopravvenute, imprevedibili e inopinate condizioni di difficoltà e di degradazione di loro fondamentali diritti, quali persone e cittadini, nel momento in cui accedono ad uno stadio di calcio.

Massimo Rossetti e Alfredo Parisi

Federsupporter

www.federsupporter.it

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