Aldo Grasso: “Come mai Sky non critica il sistema calcio?”

Il noto critico televisivo e professore universitario ha scritto una lettera aperta al direttore della pay tv Federico Ferri

Genoa
Telecamera (Matthias Kern/Bongarts/Getty Images)

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Attraverso il Corriere della Sera il noto critico televisivo e professore universitario Aldo Grasso ha scritto una lettera aperta al direttore di Sky Sport Federico Ferri con una serie di osservazioni sulle cronache calcistiche. In particolare, Grasso sottolinea la mancanza di critica al sistema calcio.

Gentile Federico Ferri, perdoni se ho l’ardire di inviarle una lettera aperta. Innanzitutto per complimentarmi per la sua nomina. Ho letto che dal 1° gennaio lei dirige SkySport, attraverso le strutture di SkySport24, Motori, Other Sports, Calcio e Planning. Tutto, insomma. Non c’è dubbio che Sky abbia fatto fare allo sport televisivo un notevole passo in avanti, ma proprio per questo vorrei porle alcune questioni. La prima è questa. Lei avrà certamente notato che SkySport24 parla sostanzialmente di cinque o sei squadre: Juve, Napoli, Roma, Milan, Inter e poi, a seconda della classifica, Lazio o Fiorentina. Squadre che godono di una postazione fissa (con impiego notevole di mezzi) sia durante il ritiro che nei giorni di allenamento. So bene che questa scelta dipende dal bacino di utenza dei tifosi (immagino anche che attraverso gli abbonamenti riusciate a determinare il numero di tifosi delle singole squadre) e tuttavia considerare le altre squadre solo come sparring partner non credo sia la via migliore per ampliare il numero di abbonati. Le altre squadre, anche le più piccole, non esistono solo per far vincere le più blasonate: hanno una loro storia, una loro identità, persino una loro passione, diversa dalle altre. Perché non dare loro più spazio? Perché solo alcune squadre godono di corrispondenti fissi? Fin troppo fissi.

Passo a una seconda questione, ancora più importante. Come mai nessuno dei suoi giornalisti, nessuno dei suoi opinionisti muove mai una critica al «sistema calcio»? Capisco che avendo voi la responsabilità di mandare in onda tutte le partite della serie A e della serie B dobbiate usare le armi della diplomazia e del savoir-vivre. Ma le sembra normale che da un apparato informativo così imponente, qual è quello che lei dirige, non esca mai un appunto, un rilievo, un’osservazione critica sulla gestione dei vari sport, specie del calcio? Non è giusto essere critici solo sulla carta stampata e «complici» in video (lo dico per i giornalisti invitati). Capisco la domenica pomeriggio, con la tensione del dopo partita, ma gli altri giorni? Non le pare un po’ strano che fra gli opinionisti ci siano soprattutto ex calciatori, che magari sognano di allenare o di piazzarsi in una qualche società? Il balzo in avanti di SkyTg24 l’ha fatto quando ha smesso di essere una sorta di agenzia di stampa illustrata e ha cominciato a picchiare duro su alcuni punti, con inchieste e prese di posizione. Invece, nelle trasmissioni sportive, si danno tutti del tu, come si fa tra amici. C’è infine un terzo problema che mi sta molto a cuore. Lei sa quanto apprezzi, chiamiamola così, la linea dello storytelling, del racconto sullo sport, dell’arte di affabulare. Ma non tutti ci riescono e forse è il caso di non esagerare. Mentre c’è da registrare la narrazione dei telecronisti.

SkySport ha grandi meriti, ma da un po’ di tempo alcuni dei suoi telecronisti più in vista tendono a diventare protagonisti, a sovrapporsi alla partita che raccontano. Il rischio di involuzione è in agguato e spero tanto che lei abbia la forza di invertire il corso. Per il bene dello sport, del calcio e della televisione. Un affezionato spettatore.

 

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