Per chi come il Genoa da settimane non ha alcun obiettivo da raggiungere, la trentottesima giornata è come l’ultima settimana di scuola. C’è un’aria diversa, in allenamento come in partita. Una positiva sensazione di dismissione del banco di lavoro che, per i calciatori, conduce alle vacanze estive. Domenica pomeriggio sarà l’ultimo giorno di scuola per tutti e il triplice fischio di Genoa-Torino rappresenterà l’ultima campanella del Ferraris. Poi verrà il tempo degli abbracci e delle dediche scritte sul diario dei migliori amici… pardon, nelle acque dell’arcipelago social.
Durante l’ultima settimana di Serie A è sempre complicato parlare di calcio, per varie ragioni. In primis, incombe come un temporale il calciomercato; in secondo luogo, è il periodo dell’anno ideale per consegnare premi e complimetarsi con i protagonisti principali della stagione. Il campo passa di conseguenza in secondo piano. Genoa e Torino non hanno più niente da giocarsi: i granata chiuderanno la stagione al decimo posto (piazzamento davvero deludente, come il Milan) mentre il Grifone lotterà con Sassuolo e Bologna per l’undicesimo posto. Le briciole in tavola dopo che è finito il pane.
Sarà l’ultimo giorno di scuola per Perin e qualche altro compagno. Presto l’Airone svuoterà l’armadietto di Villa Rostan prima di una nuova esperienza di vita, diciamo pure accademica: lo aspetta il Politecnico di Torino, la Juventus, o la Federico II di Napoli. In ogni caso, vincere sarà nel destino di Perin. I genoani, fieri di lui da anni, lo saluteranno come un figlio adulto che esce di casa: è arrivato in rossoblù che era bambino, se ne andrà da uomo, fortificato dagli infortuni e dalla paternità. Solo Giovanni De Prà ha lasciato un segno più profondo nella gloriosa storia del Genoa, e non a caso Perin è stato premiato dal Little Club in suo onore. Sarà una domenica di forte emozioni, come ogni ultimo giorno di scuola.
