Laxalt, il trecciato scoperto dal vicino di casa

La storia di Diego Laxalt, dagli inizi fino alla grande crescita al Genoa

Diego Laxalt (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

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Uruguay, meravigliosa terra latina sull’oceano che lotta tra due giganti, Argentina e Brasile. Gli albori della storia calcistica di Diego Laxalt Monfiglio – come da passaporto – assomigliano molto al suo paese. Il trecciato iniziò nel Defensor Sporting, club che cerca di non farsi schiacciare dal Peñarol (fondato da piemontesi di Pinerolo) e dal Nacional, indubbiamente le rappresentative maggiori del campionato uruguagio.

D’origini basche, francesi e italiane. Se non fosse stato per un vicino di casa, a Santa Catalina, Diego non sarebbe mai entrato nel calcio. Lo notò il fratello di un delegato del Defensor: “Quel bimbo ha qualcosa quando gioca la pelota” pensò. E in breve tempo il referto passò in società, poi Diego passò in sede e ne uscì solo nel 2013 quando lo chiamò l’Inter. Un percorso durato undici anni, dai nove ai venti. In mezzo, uno strepitoso Sudamericano Sub20, biglietto da visita per il calcio europeo.

Il resto della storia è nota. Al Genoa Laxalt è diventato grande grazie a Gian Piero Gasperini che lo introdusse gradualmente nell’impianto di gioco rossoblù. Fino a non farne più a meno. Diego ha una capacità polmonare superiore, una soglia del dolore indubbiamente più alta della media. Corre avanti e indietro per la fascia, fa il terzino, l’ala e l’attaccante laterale senza affanno. Terminata una partita potrebbe cantare l’Aida.

Ma dove vuole andare quello lì, con quel fisico da fuscello!” pensavano. Dopo aver conosciuto la durezza del campionato italiano, Laxalt li ha fatti ricredere tutti. Non ha una struttura muscolare da corazziere ma i contrasti uno-contro-uno spesso li vince di nervo e con la potenza degli appoggi. Se segnasse qualche gol in più migliorando la precisione al tiro sarebbe un giocatore da club di prima fascia.

Lo voleva il Leicester di Ranieri e la Fiorentina di Sousa, squadre che frequentano le coppe europee. È restato al Genoa per continuare a crescere e non uscire dal giro dell’Uruguay. Una scelta importante che lo sta premiando essendo una pedina fondamentale nello scacchiere di mister Juric.

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