Il Genoa ricorda Don Gallo

Riprendiamo il ricordo di Don Andrea Gallo del Genoa dal sito ufficiale del club Se ne è andato uno di noi, don Andrea Gallo. Il prete di strada, fautore di metodi educativi non convenzionali, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto. Una vita controcorrente, dalla parte dei più deboli e di chi aveva bisogno. […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Riprendiamo il ricordo di Don Andrea Gallo del Genoa dal sito ufficiale del club

Se ne è andato uno di noi, don Andrea Gallo. Il prete di strada, fautore di metodi educativi non convenzionali, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto. Una vita controcorrente, dalla parte dei più deboli e di chi aveva bisogno. A 84 anni si è spento tra l’affetto dei suoi ragazzi, che lo hanno accudito nel suo regno in questi giorni difficili. Una vita come un romanzo la sua. Piena di avventure, di impegno, studi, interessi e, soprattutto, un’umanità non apprezzata da tutti, ma riconoscibile e riconosciuta. Amava prendere posizione, spendendo se stesso per le cause che adottava. Con il suo sigaro, il suo cappello, gli occhi febbrili, ha attraversato la storia della città negli ultimi decenni, divenendo un riferimento per tante anime in pena. Lo si vedeva in corteo e al fianco dei lavoratori, apriva la sua porta a chi bussava per un aiuto. Se ne va una figura carismatica di Genova e nota al di fuori per i suoi scritti, la sua partecipazione, la sua presenza. Non amava le mezze misure e ci piace immaginarlo lassù, ora, sulle tracce dell’amico Fabrizio De Andrè.

Il Gallo e il Grifone, una storia che parte da lontano. Pionieri in campi diversi. La storia di una fede nella buona e cattiva sorte, perché solo chi soffre impara ad amare. Caro don, quanto ti piaceva incontrare quei “ragazzi” col sangue rosso e blu come il tuo. Quelli che venivano al ristorante “A’ Lanterna” e, tra un brindisi e un discorso, conducevi da un piatto con gli spaghetti a un coro con le chitarre. La tavola, la musica. Il tuo Genoa. Sotto un arcobaleno di emozioni, sentimenti di popolo, forza aggregante. Era ottobre l’ultima volta in cui ti eri affacciato a Pegli, per la messa in suffragio dei dieci anni di Fabrizio. Nella cappella affrescata, avevi perforato i cuori con l’omelia, prima di un “andate in pace” sulle note dell’inno. Le cene con Claudio e Fabrizio, col Gasp e Ballardini. Ti era venuto a trovare pochi giorni fa, il mister e, mettendo in piazza un sorriso tirato, gli avevi raccontato delle preghiere dette, allungando una benedizione per la salvezza. E come eri felice quando, al Porto Antico, ti avevano dato la maglia per gli 80 anni. La stessa felicità di quando varcavi i cancelli del ‘Signorini’, toh, Gianluca, un altro dei tuoi ragazzi, in compagnia di Andrea. Eri come un bambino al luna park: “Siete un esempio per i più giovani, non dimenticatevelo” dicevi serio ai giocatori nello spogliatoio. Un privilegio consentito a pochi, prima di prendere sotto braccio Rossi, per trasmettergli il Vangelo rossoblù. Quel pugno di comandamenti.

Il Genoa Cfc esprime il proprio profondo cordoglio e si unisce al dolore dei familiari, degli amici, di tutta la Comunità di San Benedetto al Porto.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.