Il Genoa non vince in casa dal recupero con la Fiorentina del 15 dicembre scorso. Sono passati tre mesi. Che diventano tre settimane in più se si considera che al Ferraris Burdisso e compagni nei novanta minuti superarono la Juventus. Difficile cercare nella storia un precedente simile così arido al Ferraris. Ma c’è un altro dato clamoroso in negativo: nel girone di ritorno fin qui i rossoblù hanno ottenuto la miseria di 6 punti: una vittoria in esterna con l’Empoli, tre pareggi con Fiorentina, Crotone e Bologna e cinque sconfitte.
All’andata nello stesso percorso di 9 partite i punti conquistati furono 15 con 4 vittorie e tre pari: uno sprint che tiene ancora adesso in piedi l’anemica classifica del Genoa. Di lì un piccolo declino con 9 punti nelle restanti dieci sfide con gli acuti con Milan e appunto Juventus, ma con i ko pesanti subiti da Atalanta e soprattutto Palermo oltre che da Inter, Lazio e Torino.
Se si tenesse quel passo lì, oggi Mandorlini firmerebbe. Il problema è che la sua squadra ha un ritmo che proiettato alla fine della stagione significherebbe oltrepassare di qualche punto il gradino dei trenta. Insomma c’è da preoccuparsi e non da disperarsi solo perché il divario dal Palermo resta molto ampio e persino l’Empoli è addirittura a meno sette e con i toscani il Grifone vanta pure gli scontri diretti favorevoli. Resta però il fatto che sulla carta, a parte Chievo e Udinese, Mandorlini se la deve vedere contro formazioni tutte molto più in alto in classifica e, a parte il Torino, praticamente tutte in lotta per l’Europa Legue e Champion.
Insomma mollare gli ormeggi sarebbe pericoloso e deprecabile. L’effetto Mandorlini che si era intravvisto ora è alla prova piu’ dura, con tutti quanti sotto esame per la prossima stagione.
Giovanni Porcella – Primocanale
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