C’è un croato che prende in disparte un serbo e un macedone. L’esito, abbastanza scontato, potrebbe essere solo una lite, vista l’area geografica di provenienza non propriamente fraterna. Tuttavia il croato di Spalato, che di professione fa l’allenatore del Genoa, inizia con un discorso accorato e coinvolgente con il solito cipiglio balcanico. Il serbo e il macedone annuiscono, convinti che si può fare.
Dovrebbe essere andata così la riunione dell’est tra Ivan Jurić, Lazović e Pandev. Poche parole, sguardo fisso negli occhi di ciascuno e un solo obiettivo: dimenticare l’ultima stagione. Darko Lazović se la ricorda bene, dalle difficoltà d’ambientamento fino ai gol vittoria sbagliati contro Alessandria e derby d’andata. Idem per Goran Pandev, l’uomo della tripletta interista e delle recenti coppe del Napoli di De Laurentiis: nessun gol segnato, un incubo per uno come lui.
Mister Jurić ha saputo prenderli per il verso giusto. Un asciutto discorso tra balcanici vale come un romanzo parlato tra europei. Lazović e Pandev saranno importanti – a modo loro – per il nuovo Genoa: il primo più giovane del macedone ma meno esperto, il secondo potrebbe essere letale a gara in corso. Il tecnico di Spalato ha già provato Pandev tra le linee, gioca più frontalmente alla porta e tocca più palloni nei pressi dell’area di rigore.
Lazović, invece, ha dovuto recuperare un fastidioso infortunio muscolare che l’ha tenuto ai box per più di una settimana. Nel tridente offensivo sarà l’ala destra, in costante duello per una maglia da titolare con Gakpé. Darko deve tornare quello dei tempi della Stella Rossa di Belgrado rispolverando la personalità messa in mostra nel campionato serbo. Ci ha già pensato e ci penserà ancora mister Jurić, ovviamente con un altro discorso balcanico.
