Perin ancora vice Donnarumma in Nazionale

Se la Nazionale di calcio è da rifondare in ogni reparto perché in porta (ruolo dove regna abbondanza d'italiani affidabili) c'è già un vincitore?

Mattia Perin in presa bassa (da Genoa CFC Tanopress)

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Mancini non ha dubbi. Donnarumma è il portiere titolare dell’Italia. Fortunato il commissario tecnico dal ciuffo fluente e dagli abiti mai spiegazzati a non nutrire riserve in merito a un dualismo con Perin, che sembrerebbe tanto opportuno quanto giusto. Opportuno alla luce della stagione effettuata dal portiere del Genoa. Giusto perché i dati emersi dal campionato appena archiviato sostengono la primogenitura dell’Airone. Invece Mancini non esita a dichiarare prima Donnarumma, poi gli altri dieci. Un errore mediatico che penalizza, ancora una volta, Perin: se la Nazionale di calcio è da rifondare in ogni reparto perché in porta (ruolo dove regna abbondanza d’italiani affidabili) c’è già un vincitore?

Donnarumma ha iniziato male la stagione con il Milan, ancora scosso dall’estate turbolenta, e terminata peggio. Perin è riuscito a consacrarsi in un anno di grazia, senza infortuni e con mille voci a suo favore: dalle parate alla personalità da capitano, dai gradi di senatore conquistati anno dopo anno fino alla totale padronanza dell’area di rigore. Eppure non basta, a quanto sembra. Il portiere del Genoa – perché è tale fino al giorno in cui firmerà con un altro club – non scalza il portiere del Milan dalla leadership Azzurra. Il dopo Buffon inizierà ufficialmente con Donnarumma.

Perin avrà una maglia da titolare nelle prossime amichevoli dell’Italia? Con ogni probabilità, si. Il risoluto Mancini si è già riservato un piccolo spazio di manovra facendo intuire delle rotazioni future a causa «della stanchezza di una stagione logorante» per i ragazzi di Coverciano. L’Airone rossoblù avrà la possibilità di giocare dal primo minuto ma la sensazione urticante, esistente dalla gestione Di Biagio, è data da due elementi: il primo, Mattia doveva essere titolare nel battesimo del nuovo corso Azzurro; il secondo, il modo poco elegante adottato da un allenatore che ha sempre fatto dello stile – di parola e di sartoria – un marchio di fabbrica.

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