Ci si scorda sempre di Criscito

Raiola lamenta la mancata convocazione di Balotelli per una mancanza di riconoscimento meritorio: l'ex Genoa aspetta le scuse della Figc dal 2012

Domenico Criscito (Valerio Pennicino/Getty Images)

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A volte basterebbe non parlare o, se proprio non se ne può fare a meno, ricordarsi della storia. Quella recente ha fatto infuriare Mino Raiola, agente traino del calciomercato italiano che su scala mondiale non regge il confronto con Jorge Mendes e compagni. L’ex pizzaiolo italolandese è andato su tutte le furie dopo la mancata convocazione di Mario Balotelli, cliente che a suo giudizio meritava la chiamata di Gigi Di Biagio. La Federazione, lesa dalle dichiarazioni di Big Mino, non ha fiatato, ridotta com’è tra commissari, ex opinionisti tv e un ct pro tempore che mediaticamente ha dimostrato di non essere un fenomeno. Chiedere a Buffon e del pasticcio sulla convocazione per credere.

Il quadro della Nazionale italiana non è dei migliori, eufemismo per amor patrio. Manca una figura forte in federazione e una panchina. Lo era Conte, difatti in quel periodo Raiola non protestava per la mancanza di considerazione verso Balotelli. Adesso non c’è più nessuno, nemmeno quel Lotito (mancato senatore) che girava per i campi con l’impermeabile dell’Italia. Un vuoto riempito da Raiola, una figura che bada al benessere dei suoi calciatori derogando sempre in melius i trattamenti economici e le condizioni di lavoro. Non proprio una figura istituzionale.

Nel clamore ci si è dimenticati per l’ennesima volta di Criscito, un martire della Figc dal 2012, dall’alba del 21 maggio, da quel blitz della Polizia a Coverciano determinato dall’avviso di garanzia. Fu l’inizio della sua fine in Azzurro, l’inizio di un periodo di sofferenze nel tritacarne mediatico terminato con un’archiviazione. Il giornalista Roberto Renga scrisse giustamente: “Il derby (di Boselli, ndr) è archiviato nel cassetto assieme a Criscito“. Mai una scusa ufficiale dalla Federcalcio, solo due amichevoli contro Germania e Spagna tra il 2013 e 2014 che assomigliarono allo zuccherino dato al bambino dopo la puntura. Criscito merita ancora la Nazionale per l’alta integrità morale e fisica, al pari di Balotelli per quanto fatto vedere a Nizza. L’importante è non dimenticarsene.

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