“Il caso Genoa” vizi e virtù della giustizia sportiva

Perché leggere un libro che tratta di questioni giuridiche, seppure legate al calcio e al Genoa, soprattutto in un periodo di disimpegno come quello estivo? Me lo sono chiesta anche io, considerando che il diritto, inteso in senso così specifico, non è proprio il mio genere. Ho risolto il dilemma ricorrendo a delle argomentazioni che […]


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Perché leggere un libro che tratta di questioni giuridiche, seppure legate al calcio e al Genoa, soprattutto in un periodo di disimpegno come quello estivo? Me lo sono chiesta anche io, considerando che il diritto, inteso in senso così specifico, non è proprio il mio genere.

Ho risolto il dilemma ricorrendo a delle argomentazioni che vi propongo, staccandomi in parte dal solito schema di recensione. In effetti è proprio così: “Il caso Genoa – alla ricerca di un giudice” va letto per quello che è. Si tratta di un’analisi approfondita di un fatto di cronaca, risalente al 2005, riguardante l’ingiusta retrocessione in C1 del Genoa. Come qualcuno ricorderà, ci stiamo riferendo al famoso “affare della valigetta” che il presidente Preziosi avrebbe fatto recapitare ai dirigenti del Venezia per “addomesticare” – sempre secondo l’ipotesi accusatoria dei pubblici ministeri – l’ultima gara del campionato di serie B, che avrebbe decretato il ritorno del Grifone nella massima serie. Il perno dell’accusa risiede nell’uso di intercettazioni telefoniche già utilizzate per un altro procedimento che documenterebbero i contatti avvenuti tra le due società. Gli autori del saggio, ciascuno con la propria competenza giuridico-dottrinale, dimostrano che l’uso di quelle intercettazioni fu improprio e che dunque il castello accusatorio era completamente infondato. I fatti, com’è noto, sono andati diversamente e l’esito finale di questa storia è ampiamente documentato con le sentenze in appendice.

L’occasione per leggere questo volume è data anche dalla recente indagine sul calcioscommesse della Procura di Cremona; questa volta il Genoa non è chiamato in causa, ma il criterio di azione è molto simile. Nel testo, coordinato dal professore Alberto Maria Benedetti, si spiegano le differenze sostanziali tra i procedimenti della giustizia ordinaria e quella sportiva, evidenziandone sia i punti critici sia gli aspetti positivi. Questo elemento non è trascurabile, considerando che di solito la cronaca di questi fatti non ha, a causa dei tempi ristretti, la possibilità di illustrare le procedure in base alle quali si arriva ai rinvii a giudizio, per la giustizia ordinaria, e ai deferimenti, per quella sportiva.

In più, per il lettore occasionale non è facile reperire la documentazione che, letta anche in modo superficiale, farebbe capire l’assoluta razionalità di certe decisioni. In particolare, viene evidenziata la contraddizione della giustizia sportiva che rivendica un’autonomia quasi assoluta, ma che dovrebbe comunque avere come punto di riferimento la Costituzione. E’ una questione aperta che in futuro riserverà molte sorprese e – ahimé – ancora molte polemiche.

Monica Serravalle

monica.serravalle@tin.it

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Titolo: Il caso Genoa. Alla ricerca di un giudice. A cura di Alberto Maria Benedetti (con contributi di: Guido Alpa, Tommaso Arrigo, Alberto Maria Benedetti, Fabrizio Borasi, Giovanni Cofrancesco, Franco Della Casa, Mauro Grondona, Luca Guerrini, Alberto Marcheselli, Giuseppe Novaresi, Giancarlo Rolla, Vincenzo Roppo, Massimo Ruaro, Michele Vellano. Prefazione di Vincenzo Roppo)

Torino – Giappichelli Editore 2005. Pagine 203

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