Per ritrovare un Genoa ancora più precario dell’attuale occorre risalire alla lontana stagione 1957-58, quando al termine della sesta giornata la classifica lo vedeva fanalino di coda con un solo punto. Era un Grifone guidato da Renzo Magli, forte degli Abbadie (in primis), Barison, Frignani, tutti elementi di alto spessore internazionale. La via crucis iniziò con una mortificante sconfitta per 0-4 a Napoli, ripetuta la settimana successiva con un tonfo casalingo per 1-4 contro il Padova di Nereo Rocco, Una partita a senso unico con un Hamrin scatenato autore di 3 reti e un parziale di 0-4 dopo un’ora di gioco. E i biancoscudati fallirono più volte la quinta marcatura prima della rete della bandiera. Un principio di contestazione che si attenuò al termine di una beffarda terza di campionato. Ospite a Torino della Juventus di Charles e Sivori, il Genoa si trovò in doppio vantaggio dopo appena 10 minuti. Nonostante l’handicap la signora riuscì faticosamente a portarsi in parità, e a conseguire la vittoria a un paio di minuti dal termine. Gara beffarda per un Genoa perdonato dai tifosi ma sempre a quota zero.
Il primo punto arrivò alla quarta giornata. Uno 0-0 contro un forte Bologna chiuso sempre nella sua difesa ove si erse a protagonista il loro portiere Santarelli che salvò almeno cinque palle gol. Altra partita, altra sconfitta condita anche stavolta da un’ampia dose di jella. Siamo all’Olimpico giallorosso ed il grifone subito in svantaggio, riesce a raggiungere il pari nel finale col difensore Delfino. Pareggio meritatissimo, ma ad una manciata di minuti dal termine il brasiliano Da Costa fissa il punteggio di 2-1 per la Roma, forse aiutandosi con una mano. Emblematico il titolo di un quotidiano il giorno seguente: “Il Genoa lascia all’Olimpico i due punti (la vittoria valeva ancora due) e un’ottima impressione” Beffardo vero?. Ma il massimo della sfortuna doveva verificarsi la domenica seguente ospite la Fiorentina al Ferraris. Il punteggio finale di 3-1 per la viola non rivela che il Grifone si vide annullare una rete sullo 0-0 (Frignani) e sull’1-1 (Corso) per inesistenti fuori gioco. Sapete chi dirigeva la gara? Nientemeno che Concetto Lo Bello il principe degli arbitri, il quale in un primo momento aveva addirittura convalidato il gol di Frignani…(ma il VAR non esisteva ancora).
Dunque un solo punto dopo sei partite, pur se alcune sfortunate, costò la panchina all’allenatore Renzo Magli. A sostituirlo fu chiamato Annibale Frossi, il dottor sottile, tecnico di altissimo livello. Con lui, e con i fior di atleti che si ritrovava, il Genoa riuscì a condurre in porto una meritata salvezza. Chissà che 60 anni dopo la cosa non si ripeta, In fondo mancano ancora 34 partite….
Marco Colla