Quando il Genoa bissò contro il Parma la vittoria nel derby

Domenica 2 dicembre 1990, a una settimana esatta dalla sorprendente vittoria sul campo della fino ad allora imbattuta Sampdoria (poi campione d’Italia), il Genoa riuscì ad avere al “Luigi Ferraris” la meglio anche della «matricola» Parma (che alla fine del campionato si sarebbe classificata al quinto posto a pari merito con il Torino, guadagnando la […]


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Domenica 2 dicembre 1990, a una settimana esatta dalla sorprendente vittoria sul campo della fino ad allora imbattuta Sampdoria (poi campione d’Italia), il Genoa riuscì ad avere al “Luigi Ferraris” la meglio anche della «matricola» Parma (che alla fine del campionato si sarebbe classificata al quinto posto a pari merito con il Torino, guadagnando la qualificazione alla Coppa U.E.F.A.), che pure attaccò per quasi tutta la durata dell’incontro.

Al 20’ del primo tempo i padroni di casa passarono in vantaggio con un calcio di rigore trasformato con un diagonale di destro sotto la traversa dall’uruguayano Carlos Alberto «Pato» Aguilera Nova, che era stato concesso dall’arbitro – esordiente in Serie A – Marcello Cardona (l’attuale questore di Livorno che domenica 20 ottobre 2013 ha impedito l’ingresso all’“Armando Picchi” di 93 tifosi blucerchiati, ciascuno dei quali fornito di biglietto d’ingresso allo stadio, ma sprovvisto di Tessera del Tifoso, ed hanno avuto il Daspo per due anni) di Milano per un fallo di mano di Marco «il sindaco» Osio (all’epoca non sanzionato con l’espulsione) su colpo di testa del cecoslovacco Tomas «Fisico» Skuhravy, e raddoppiarono diciotto minuti dopo con il brasiliano Cláudio Ibraím Váz Leal «Branco», che concesse il «bis» della punizione del derby, battendo da trenta metri il connazionale Cláudio André Taffarel con un tiro d’esterno sinistro sotto l’incrocio destro dei pali.

All’inizio della ripresa Alessandro Melli I con un colpo di testa su un traversone di Enzo Angelo Gambaro accorciò le distanze, dopodichè la porta del Genoa, difesa da Simone Braglia, venne posta sotto assedio dai ducali, che la violarono ad otto minuti dal termine con Osio, il quale, però, venne giudicato in fuorigioco (la sua posizione era, in effetti, ai limiti – e forse dentro di essi – della regolarità).

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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