Novant’anni fa andò in scena la prima “tre giorni” milanese del Genoa

Tra il 28 giugno e il 1° luglio 1928 il Grifone pareggiò prima con l'Inter 2-2, poi superò 1-2 il Milan

Renzo De Vecchi "il figlio di Dio" (Foto Wikipedia)

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Premessa

Quasi tutti i tifosi che hanno più di vent’anni manifestano il loro disagio a dover seguire le partite delle squadre calcistiche del cuore in giornate ed orari diversi da quello canonico della domenica nel primo pomeriggio e rimpiangono le epoche passate, quando la partita poteva essere giocata in un orario più avanzato solamente nei mesi in cui le temperature erano elevate, ma la sua cadenza domenicale era intoccabile. In realtà, se si facesse una ricerca mirata e non ci si affidasse ai ricordi, si vedrebbe che quella era senza dubbio la tendenza di massima, ma che non mancavano in passato le eccezioni costituite dalle partite infrasettimanali, che si poterono iniziare a disputare a partire dal 1926, essendo stata approvata ad agosto la Carta di Viareggio, che, riconoscendo ai giocatori lo status di professionisti con l’ambigua formula della condizione di «non dilettanti», legittimava per quelli militanti nelle venti squadre (divise in due gironi con qualificazione nella primavera del 1927 per le tre migliori di ciascuno dei due a un Girone Finale per l’assegnazione dello Scudetto) della massima serie (per la prima volta su base nazionale) la loro uscita dal mondo del lavoro (essendo retribuiti in maniera adeguata, se non addirittura ottima, dalle società calcistiche).

Il format del successivo campionato di Divisione Nazionale (la denominazione del massimo campionato di quel tempo) prevedeva due gironi eliminatori da undici squadre ed uno finale da otto, con un impegno complessivo, quindi, per le squadre che gareggiavano per il titolo nazionale di quattro incontri in più rispetto alla stagione precedente. In più cera la partecipazione della Nazionale Italiana ai Giochi Olimpici di Amsterdam (in cui gli Azzurri d’Italia conquistarono il primo alloro della loro storia, la medaglia di bronzo), che portò al «congelamento» del Girone Finale al termine del girone d’andata (la settima giornata si giocò giovedì 17 maggio 1928). Solamente domenica 24 giugno «ripresero le ostilità» tra le otto finaliste, che sarebbero durate fino a domenica 22 luglio solamente perché si giocò anche per tre giovedì consecutivi (28 giugno, 5 e 12 luglio), sennò, rispettando la cadenza domenicale, si sarebbe arrivati al 12 agosto! In questo quadro, con ordine invertito di avversarie rispetto a quello di novant’anni e quattro mesi dopo, si inserirono le due partite del Genoa (che si mise in viaggio in treno per due volte alla volta del capoluogo della Lombardia, dove giocò in due stadi diversi) a Milano nel giro di tre giorni, i cui episodi salienti verranno ripercorsi in questa rubrica.

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