Correva l’anno 1978: una mancata vittoria a Pescara costò al Genoa la salvezza

Il portiere abruzzese Piloni sfoderò una serie di parate sui tiri di Damiani, Pruzzo e Castronaro


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[tps_title]Lo show di Piloni[/tps_title]

Al 28’ iniziò lo show di Piloni, che respinse un forte tiro di Pruzzo, su due conclusioni del quale che sarebbero finite in porta «si immolò» prima l’ex genoano Giuliano Andreuzza al 35’ e poi si esaltò il barbuto estremo difensore pescarese, che due minuti prima aveva deviato contro la traversa una punizione dal limite dell’area di rigore di Damiani sr., allo scadere. Il «copione» dell’incontro rimase inalterato nella sua seconda metà, all’8’ della quale il Genoa ebbe l’occasione più clamorosa, quando Damiani sr, scagliò una bordata che venne deviata da Piloni contro il palo sinistro e sul rimbalzo il medesimo «Flipper» colpì di testa il pallone mandandolo a sbattere contro la traversa. Al 20’ Piloni con uno tuffo felino compì il suo miglior intervento, andando a respingere sul fondo un gran tiro di Angelo Castronaro. Al 31’ il terzino fluidificante Franco Ogliari, poco avvezzo ai tiri in porta, servito in completa solitudine nell’area di rigore dei padroni di casa dall’italo-venezuelano Denis Mendoza (che giocava, lui nativo di Caracas, una sorta di derby con il regista avversario Bruno Nobili, nato in un’altra grande città della stessa nazione, Valencia), appena subentrato a Pietro «Pierino» Ghetti, non trovò di meglio, facendo sfumare una favorevolissima occasione per sbloccare finalmente il risultato, che cercare di passare il pallone a Pruzzo.

Massimo Piloni (secondo in alto da sinistra) nel Pescara 1976-77 (Wikipedia)
Massimo Piloni (secondo in alto da sinistra) nel Pescara 1976-77 (Wikipedia)

Il centravanti rossoblù operò due estremi tentativi al 35’ e al 43’, ma entrambe le sue conclusioni non finirono nello specchio della porta. Quattro settimane dopo la Fiorentina, alla penultima giornata, avrebbe colto in rimonta sullo stesso campo un successo per 2-1 grazie a una fortunosa deviazione allo scadere di Ezio Sella (su calcio di punizione battuto da Giancarlo «Badile» Galdiolo), pochi attimi dopo che al “Luigi Ferraris” Pruzzo si era fatto parare da Ivano «il muro di Berlino» Bordon un calcio di rigore che, se realizzato, avrebbe dato la vittoria per 2-1 sull’Internazionale al Genoa, che la domenica dopo non sarebbe riuscito ad andare oltre lo 0-0 nello scontro diretto al “Comunale” di Firenze con i viola, salvi, a parità di punti, per una sola segnatura in più nella differenza reti.

Stefano Massa

(Membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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