Correva l’anno 1978: una mancata vittoria a Pescara costò al Genoa la salvezza

Il portiere abruzzese Piloni sfoderò una serie di parate sui tiri di Damiani, Pruzzo e Castronaro


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[tps_title]Le occasioni per Damiani e Pruzzo[/tps_title]

Tutto si poté quel giorno rimproverare al Genoa fuorché di aver «preso sottogamba» l’impegno perché la porta dell’ex «eterno secondo» di Dino «SuperDino» Zoff alla Juventus, Massimo «Pilade» Piloni (nei tre anni – la seconda metà della sua militanza nella società più titolata del calcio italiano – in cui fu il vice dello straordinario estremo difensore friulano, era sceso in campo solamente nella partita di Coppa Italia pareggiata in casa per 1-1 contro il Cesena mercoledì 6 febbraio 1974), che fu grande protagonista di giornata, e dove non arrivò lui ci pensarono i pali della sua porta, i salvataggi miracolosi dei suoi compagni di reparto e l’imprecisione degli avversari a regalargli la quarta ed ultima (su trenta complessive) partita con la rete inviolata. Da non credere il numero di occasioni per sbloccare il risultato avute dal Genoa! La prima fu dopo nove minuti di gioco con Giuseppe «Oscar» Damiani sr. che tirò il pallone conteso in una mischia, vedendoselo respingere con il corpo da Gianfranco Motta, che cinque minuti dopo si sarebbe ripetuto con un piede a pochi centimetri dalla linea di porta su un tiro «a botta sicura» di Roberto «o’Rei di Crocefieschi» Pruzzo (al 10’ Roberto «Roby» Galbiati aveva anticipato in extremis Damiani sr. che stava, dopo essersi liberato di due avversari, segnando nella porta sguarnita).

Damiani e Pruzzo
Damiani e Pruzzo

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