Correva l’anno 1977: il Genoa conquistò la salvezza vincendo 1-0 contro l’Hellas Verona

Decisivo il gol di Ghetti

Roberto Pruzzo

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Domenica 15 maggio 1977 al “Luigi Ferraris” il Genoa, di fronte a 35mila spettatori, ricevette l’Hellas Verona in una situazione di classifica che era precipitata nell’ultimo mese e mezzo con i rossoblù che nelle ultime sei partite avevano raccolto solamente un quarto (3 su 12) dei punti in palio e scivolati dal settimo posto in coabitazione con il Perugia all’undicesimo ex aequo con il Bologna, con soli due punti di vantaggio sul Milan, che a centottanta minuti dal termine, si trovava virtualmente in Serie B, ma nelle ultime due giornate doveva affrontare in casa la penultima (il Catanzaro, su cui si impose per 3-2) e in trasferta l’ultima (il Cesena) in classifica, mentre gli uomini di Luigi «Gigi» Simoni sapevano che l’impegno conclusivo in casa del Torino campione d’Italia ed ancora speranzoso di agganciare – se non addirittura superare – in quell’occasione i rivali cittadini in testa alla classifica era proibitivo.

In mezzo a rossoblù e rossoneri c’era la Sampdoria, impegnata sul terreno dei petroniani prima di ricevere all’ultima giornata la Juventus. L’Hellas Verona, invece, aveva un punto di vantaggio sul Genoa e poteva contare su una vantaggiosa differenza reti (all’epoca decisiva a parità di punti) e su un incontro all’ultima giornata in casa con il Foggia, appaiato in classifica, per il quale era da prevedere, in caso di bisogno, l’applicazione del proverbio “un punto per uno non fa male a nessuno!”. I minuti che precedettero l’inizio della partita (ritardato di nove minuti, perché la terna arbitrale non aveva sentito la campanella nello spogliatoio!) furono movimentati dall’esposizione in Gradinata Nord di uno striscione con la scritta, accompagnata dal simbolo della falce e martello, PAGHERETE TUTTO!, rivolto ai tifosi scaligeri, che all’andata (successo veronese per 3-2 in rimonta), domenica 30 gennaio 1977, avevano provocato gravi incidenti e fatto saluti fascisti contro quelli genoani, e da un appello dello speaker a non esultare in caso di reti subite dalla Sampdoria a Bologna. I tifosi rossoblù si guardarono bene dallattenersi a quell’appello (secondo qualcuno fatto ad arte) e poterono già esultare alle 16,02 (quindi, prima dell’inizio di Genoa-Hellas Verona) e reiterare le grida di giubilo alle 16,15, alle 16,30 e alle 17,33 (di Paolo Tuttino «la rete della bandiera» per i blucerchiati a cinque minuti dalla fine, che fissò il risultato sul 4-1 per i felsinei), intravvedendo ciò che si sarebbe materializzato sette giorni dopo con la sconfitta interna per 0-2 della Sampdoria contro la Juventus: la superiorità di categoria, fatto che non era mai accaduto nei primi 31 anni di vita della rivale cittadina.

Per motivi meno campanilistici i giocatori del Genoa si svegliarono dal torpore della fase di studio solo dopo il terzo boato del loro pubblico e solamente al 25’ si registrò la prima occasione da rete, quando l’estremo difensore degli ospiti Franco Superchi volò all’incrocio dei pali per deviare sul fondo un gran tiro di Antonio Maggioni e sul susseguente calcio d’angolo vide il pallone colpito di testa da Roberto «o’Rei di Crocefieschi» Pruzzo (il centravanti «fatto in casa» aveva iniziato la partita da capocannoniere a pari merito con Francesco «Ciccio» Graziani, il quale, firmando la rete della vittoria a Foggia ed altre due nel 5-1 al Genoa, lo avrebbe distaccato, con 21 segnature finali, di tre lunghezze) sfiorare la traversa. Al 40’ i padroni di casa coronarono con l’unica rete della partita una bella azione iniziata con una discesa sulla fascia sinistra di Angelo Castronaro, rifinita da un sapiente tocco di Giovanni Urban (quel giorno schierato al posto dell’infortunato Giuseppe «Oscar» Damiani sr.), che aveva «addomesticato» il pallone spiovuto in area di rigore, e conclusa di esterno destro da Pietro «Pierino» Ghetti. Gli ospiti, che avevano giocato tutto il primo tempo con l’ex genoano Carlo «Carletto» Petrini menomato da uno stiramento alla coscia sinistra a seguito di un movimento per calciare il pallone verso la porta di Sergio Girardi al 1’ e sostituito dopo l’intervallo da Emiliano Mascetti, rischiarono di capitolare solamente al 20’ su un colpo di testa di Urban sventato da una plastica parata di Superchi e si videro negare il pareggio da due grandi parate di Girardi (veronese del contado, essendo nativo di Belfiore) su conclusioni di Sergio Maddè al 22’ e, da distanza ravvicinata, di Mascetti al 42’.

Nell’ultimo minuto ad avvicendare Gregorio «la jena di Cogliate» Basilico fece il suo ingresso in campo l’ex blucerchiato (nei campionati 1968/1969 e 1969/1970) Giancarlo Morelli (il cui nome sarebbe tornato all’attenzione mediatica come possibile presidente del sodalizio più antico del calcio italiano qualora la «cordata» di cui faceva parte avesse rilevato il Genoa da Aldo Spinelli sr.), che non riuscì mai a toccare il pallone.

TABELLINO

Domenica 15 maggio 1977, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 16,10

Genoa-Hellas Verona 1-0 [XXIX giornata del Campionato di Serie A 1976/1977]

Arbitro: Menegali [Roma]

Spettatori: 35mila circa

Marcatore: nel 1° tempo Ghetti (G) al 40’

Genoa: 1 S. Girardi, 2 Secondini, 3 Maggioni, 4 Onofri, 5 Matteoni, 6 Castronaro, 7 G. Urban, 8 Arcoleo, 9 Pruzzo, 10 Ghetti, 11 Basilico (dal 44’ del 2° T.: 14 G. Morelli). All.: L. Simoni

Verona: 1 Superchi, 2 Logozzo, 3 Sirena, 4 Busatta, 5 Bachlechner, 6 P. Negrisolo, 7 Fiaschi, 8 Mascetti, 9 C. Petrini (dal 1’’ del 2° T.: 14 Guidolin), 10 Maddè, 11 Luppi. All.: Valcareggi.

Note: L’incontro inizia con 9 minuti di ritardo perché la terna arbitrale non ha sentito suonare la campanella di avviso

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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