Correva l’anno 1976: il Genoa si fece raggiungere dalla Sampdoria in dieci uomini

Segnò Pruzzo su rigore: pareggiò Callioni per i blucerchiati

Roberto Pruzzo

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Domenica 7 novembre 1976, di fronte a cinquantamila spettatori (a dispetto del fatto che dopo cinque giornate i blucerchiati avessero raccolto solamente due pareggi e i rossoblù uno), il Genoa, dopo il biennio passato nella cadetteria, a seguito della retrocessione nel 1974 in Serie B (a cui era sfuggita la Sampdoria grazie al ripescaggio per gli illeciti sportivi di Hellas-Verona, salvatosi sul campo, e Foggia, che aveva la migliore classifica tra le tre che erano state condannate alla Serie B), affrontò nuovamente il Derby della Lanterna, che come lultimo giocato (quello famigerato per i tifosi rossoblù per la rete in semirovesciata del pareggio del blucerchiato Mario «Mannocci» Maraschi III allo scadere di domenica 17 marzo 1974) finì 1-1 con ventuno giocatori in campo (anche se quella volta undici del Genoa e dieci della Sampdoria) e con un pareggio in rimonta della formazione dalla caratteristica maglia a quattro colori.

L’inizio dell’incontro vide una prevalenza territoriale del Genoa, che produsse al 14 del 1° tempo con un colpo di testa di Roberto «o’Rei di Crocefieschi» Pruzzo su punizione di Francesco «Franco» Rizzo bloccato a terra da Massimo Cacciatori la prima significativa occasione da rete. Appena si riappropriarono del pallone i padroni di casa impostarono un’azione d’attacco, stroncata da un fallo di Maurizio «Micio» Orlandi su Angelo Castronaro che venne sanzionato con il calcio di rigore da Gino Menicucci di Firenze: Pruzzo spiazzò con una finta Cacciatori, mandando il pallone nell’angolino basso destro. La Sampdoria cercò di riequilibrare subito le sorti dell’incontro, quando al 23’ un calcio d’angolo di Orlandi venne girato di testa di Marcello «il Paul Newman della Versilia» Lippi e respinto, sempre di testa, da Franco Campidonico II a Sergio Girardi battuto. Due minuti dopo un gran tiro su calcio di punizione da una trentina di metri di Rizzo venne parato in due tempi da Cacciatori. Al 28’ il difensore genoano Felice Secondini dovette, essendosi infortunato, abbandonare il terreno di gioco, venendo rilevato da Roberto «faccia d’angelo» Rosato I. Al 44’ ci fu una mischia in area di rigore rossoblù, in cui caddero per terra Lippi e Nello «Levriero» Saltutti (che venne ammonito per proteste a seguito della mancata concessione del calcio di rigore). Le proteste proseguirono dopo il duplice fischio di chiusura del tempo e Gianfranco Bedin, già ammonito, fu espulso per aver applaudito ironicamente l’arbitro per la decisione presa. All’inizio della ripresa Eugenio «il sergente di ferro» Bersellini giocò il «tutto per tutto», utilizzando l’unica sostituzione di un «uomo di movimento» consentita dal regolamento dell’epoca, per far entrare al posto dell’infortunato Orlandi un’altra punta, che andò ad aggiungersi a Saltutti e Carlo «Biscia-goal» Bresciani, Giorgio «Pupo» De Giorgis, lasciando un «buco» a centrocampo, nel quale Pietro «Pierino» Ghetti poteva giocare senza essere marcato. Al 10’, su «torre» di Bresciani, Rosato I toccò, contrastando la deviazione aerea di De Giorgis, il pallone con una mano, inducendo l’arbitro a concedere un calcio di rigore agli ospiti, battuto da Vito Callioni con un tiro rasoterra alla destra di Girardi, che si vide beffardamente passare il pallone sotto il corpo.

Raggiunto il pareggio, la Sampdoria dovette difendersi per i restanti minuti in inferiorità numerica e con poco «filtro» a metà campo dagli attacchi sotto la Gradinata Nord del Genoa, che sfiorò, in particolare, la rete del nuovo vantaggio con un tiro di esterno destro a pochi centimetri dalla linea di fondo di Giuseppe «Oscar» Damiani sr. al 38’ che colpì la parte inferiore della traversa e ricadde in campo e sei minuti dopo con un mancato tiro al volo di Ghetti su lungo lancio di Campidonico II, il quale dalla successiva partita (Internazionale-Genoa 1-0 di domenica 21 novembre 1976) avrebbe ceduto la titolarità del ruolo di «libero» a Claudio Onofri, che fino a quel momento era stato schierato a centrocampo e quel giorno aveva visto la partita dalla tribuna, avendo l’allenatore Luigi «Gigi» Simoni preferito fare ricorso a un assetto più prudente con l’utilizzo dell’esperto difensore Sergio «Rosso» Rossetti.

Stefano Massa

(Membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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