Escludendo i campionati 1903 e 1904, in cui il Genoa, come squadra campione in carica, disputò, vincendola – rispettivamente per 3-0 e per 1-0 -, un’unica partita di campionato, ospitando sul terreno delle Gavette la sfidante Juventus, l’unico incontro inaugurale in casa per i rossoblù contro la formazione bianconera di Torino è quello, della I giornata, di domenica 16 settembre 1962, terminato 0-0, risultato che, a sorpresa, risultò «stretto» alla neopromossa formazione di Renato Gei.
Infatti, se la principale recriminazione della formazione disposta «a zona» dal tecnico brasiliano Paulo Amaral Lima fu un calcio di rigore non concesso al 40’ del primo tempo per un contatto molto sospetto in area di rigore tra Bruno Baveni e l’italo-argentino Enrique Omar «el cábezon» Sivori, nella valutazione del quale agì nella mente del signor Giuseppe Adami di Roma il cosiddetto meccanismo della «sudditanza psicologica rovesciata», i padroni di casa ebbero tre grandissime occasioni. Nel primo tempo al 42’ Gastone Bean servì un invitante pallone a Mario «Panta» Pantaleoni III, che colpì dal centro dell’area di rigore il palo destro della porta difesa da Carlo «Carletto» Mattrel, il quale tre minuti dopo chiuse con abilità «lo specchio della porta» a Bean, presentatosi in solitudine, costringendolo a un passaggio ad Edwin Ronald «Tacchino freddo» Firmani I, che da distanza ravvicinata e posizione irregolare per fuorigioco calciò fuori. Infine, nella ripresa all’11’ Livio Fongaro con una punizione di destro «a foglia morta» dal vertice destro dell’area di rigore scavalcò Mattrel e scosse la traversa.
Stefano Massa
(Membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)
