Correva l’anno 1959: il Genoa vide svanire in casa della Juventus il sogno della terza finale di Coppa Italia della sua storia

I bianconeri vinsero 3-1 in gara unica sui rossoblù

Juventus-Genoa 3-1 Coppa Italia 1959: Sivori a tu per tu con Piccoli (Archivio Fondazione Genoa 1893)

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Con il nome di Genova 1893 (come, in omaggio all’autarchia linguistica del Fascismo, la dirigenza rossoblù aveva chiamato il sodalizio calcistico più antico d’Italia) partecipò ad otto edizioni della Coppa Italia, giungendo due volte in Finale, vincendo la prima nel 1937 (1-0 alla Roma a Firenze domenica 6 giugno 1937) e venendo sconfitto nella seconda (0-1 dalla Fiorentina, che giocava in casa, domenica 16 giugno 1940) e due in Semifinale (1-3 – dopo i tempi supplementari – in casa domenica 7 maggio 1939 dall’Ambrosiana-«Inter» e 0-3 in trasferta domenica 23 maggio 1943 dal Venezia). Da quando il sodalizio si è riappropriato del nome Genoa, nelle successive cinquantanove edizioni (non conteggiando quella attualmente in corso e la Coppa Italia di Serie C del 2005/2006, in cui venne eliminato negli Ottavi di Finale dal Ravenna) è arrivato in Semifinale solamente in quella del 1958/1959, la seconda dopo la ripresa, a quindici anni di distanza dall’ultima disputata, della competizione nel 1958 (quando, prevalentemente nell’estate, si andò a coprire il vuoto della mancata partecipazione dell’Italia alla Coppa Rimet in Svezia). Come era accaduto in quella giocata tutta all’interno dell’anno solare 1958, anche la Coppa Italia successiva «tracimò» nella stagione seguente con le Semifinali e le Finali (venne giocata anche quella «di consolazione», in cui domenica 13 settembre 1959, 364 giorni dopo la partita vinta 3-1 – dopo i tempi supplementari – a Busto Arsizio contro la Pro Patria, il Genoa, sconfiggendo 2-1 in casa il Venezia con doppietta del centravanti argentino Salvador «el morocho» Calvanese, appena acquistato, che non avrebbe mai trovato la via della rete nei quindici incontri disputati in Campionato, si aggiudicò il terzo posto), che andarono in scena mentre venivano disputate le prime partite dell’edizione 1959/1960.

Alle ore 21,30 di domenica 6 settembre 1959, al “Comunale” di Torino, di fronte a circa quindicimila spettatori il signor Gennaro Marchese di Napoli diede avvio alla Semifinale che vedeva opposta in sfida unica la favoritissima Juventus a un Genoa intenzionato a ribaltare il pronostico. I rossoblù, che avevano in porta il venticinquenne (dal giorno prima) Lorenzo Piccoli, autore di grandi parate, si schierarono con un 1-3-4-2, che prevedeva Luciano Piquè libero, Rino Carlini stopper, Giuseppe Corradi, fino a pochi mesi prima bianconero, e Fosco «Palla di gomma» Becattini II sr. terzini, Mario «Panta» Pantaleoni III sacrificato a limitare l’estro dell’italo-argentino Enrique Omar «el cábezon» Sivori, Giancarlo Pistorello e l’uruguayano Julio Cesar «el Pardo» Abbadie Gismero interni, Leonello Leoni sr. «falso nueve» a disturbare Sergio Cervato nella costruzione del gioco e in attacco Amleto Frignani e Paolo «Paolone» Barison a cercare di sorprendere la difesa juventina. Pur concedendo alla Juventus un maggior numero di occasioni da rete, gli ospiti riuscirono a restare in partita finché le energie li sostennero nell’estenuante lavoro di copertura di fronte ad avversari decisamente superiori dal punto di vista tecnico, dopodiché ebbero il merito di non farsi travolgere, tanto che Emilio Violanti, redattore dell’articolo sulla partita per “La Gazzetta dello Sport” scrisse “L’undici rossoblù, tuttavia, ha superato ogni benevola aspettativa; non interpreterà la parte della Cenerentola quest’anno, c’è da giurarlo.” (per la cronaca, la Juventus vinse il Campionato, che si articolava in 34 giornate, con 55 punti e il Genoa terminò ultimo con 18, che gli vennero tutti tolti con l’aggiunta di dieci – poi ridotti a sette – di penalizzazione nel successivo di Serie B per la tentata corruzione relativa all’incontro perso 1-2 a Bergamo con l’Atalanta domenica 17 aprile 1960).

La prima azione importante dell’incontro si ebbe al 4’ con un tiro di Giampiero «Boni» Boniperti toccato da Becattini II sr. e deviato in tuffo da Piccoli sul fondo. Il Genoa reagì con forti conclusioni di Barison ed Abbadie Gismero (da ricordare, in particolare, quella dell’uruguayano all’11’, che sulla corta respinta del portiere Carlo «Carletto» Mattrel diede una seconda possibilità a Frignani, da lui mal sfruttata con un tiro debole) e, dopo un tentativo bianconero al 18’ con Giorgio «il Moro di Venezia» Stivanello, con un colpo di testa di Barison, abilmente servito da Frignani, al 20’, ben parato dall’estermo difensore juventino. Pungolata dalla condotta non remissiva degli avversari, la Juventus intensificò il suo gioco d’attacco nel successivo quarto d’ora: al 25’ Boniperti costrinse con un forte calcio di punizione Piccoli a una difficile parata; al 29’ un tiro del gallese John «il Gigante buono» Charles venne deviato di piede verso l’alto dall’estremo difensore degli ospiti; al 33’, imbeccato da Boniperti, Charles resistette alle cariche di Carlini e Becattini II sr. ed anticipò al volo Piccoli, ma si vide respingere a pochi centimetri dalla linea di porta il pallone da una rovesciata di Pantaleoni III; al 34’ Carlini con una puntata su tiro di Sivori fece impennare il pallone che andò a sbattere contro la traversa; al 35’ Cervato con un rasoterra, preceduto da una finta, alla destra di Piccoli trasformò un calcio di rigore concesso per una trattenuta di Carlini ai danni di Charles su traversone di Stivanello; al 38′, ancora su cross di Stivanello, il centravanti gallese impegnò con un colpo di testa Piccoli in una parata in due tempi.

Nella ripresa, al 3’, su rilancio di Pistorello, Barison, scattato in evidente posizione di fuorigioco, poté battere Mattrel, ristabilendo la parità tra le proteste dei giocatori e dei tifosi juventini. Due minuti dopo, servito da Charles, Sivori si vide respingere la sua conclusione da un grande intervento di Piccoli, ma si prese la rivincita al 13’, quando un’azione iniziata da Bruno Nicolé e proseguita da Boniperti, che si esibì, mentre stava perdendo l’equilibrio, in un colpo di tacco smarcante, venne da lui conclusa in modo vincente con un forte tiro al volo; al 22’ su cross di Stivanello, una «torre» di Charles (il quale pochi secondi dopo ricevette una tacchettata di Piquè vicino al menisco interno della gamba sinistra, che lo costrinse a lasciare per sei minuti il terreno di gioco e a farvi rientro in condizioni menomate nella posizione di ala destra con conseguente spostamento di Boniperti da ala a mezzala destra e di Bruno Nicolè da mezzala destra a centravanti) favorì Sivori, che, però, non realizzò la terza rete, mandando fuori il pallone da pochi metri; al 29’ una combinazione tra Boniperti e Sivori diede modo allo smarcato Nicolè di mettere al sicuro con un tiro rasoterra nell’angolino sinistro il risultato, che i padroni di casa non riuscirono ad incrementare grazie alla parata di Piccoli sullo stesso Nicolè, presentatosi davanti a lui in solitudine al 33’, e al doppio intervento del portiere genoano su Sivori al 39’. Sette giorni dopo la «Vecchia Signora» si aggiudicò grazie al netto successo per 4-1 nella Finale a “San Siro” contro l’Internazionale la Coppa Italia per la terza volta nella sua storia (dopo i successi nel 1937/1938 e nel 1941/1942).

Torino, domenica 6 settembre 1959, Stadio “Comunale”, ore 21,30

Juventus-Genoa 3-1 [Semifinale di Coppa Italia]

Arbitro: Marchese [Napoli]

Spettatori: quindicimila circa

Marcatori: 35’ del 1° tempo Cervato [J] su rigore; 3’ del 2° tempo Barison [G], 13’ Sivori [J], 29’ Nicolè

Juventus: 1 Mattrel, 2 Castano, 3 B. Sarti, 4 Emoli, 5 Cervato, 6 U. Colombo, 7 Boniperti, 8 Nicolè, 9 Charles, 10 Sivori, 11 Stivanello. All.: Parola

Genoa: 1 L. Piccoli, 2 G. Corradi, 3 Becattini II sr., 4 Piquè, 5 Carlini, 6 Pistorello, 7 Firmani, 8 Pantaleoni III, 9 Leoni sr., 10 Abbadie Gismero, 11 Barison. All.: Poggi II

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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