Correva l’anno 1957: il Genoa colse il suo primo punto all’Olimpico giallorosso

Finì 1-1, tutto deciso nel primo tempo. Dopo il gol di Da Costa, pareggiò Frizzi con un gran tiro al volo

Il gran gol del pareggio di Frizzi in Roma-Genoa del 1957 (Foto da Almanaccogiallorosso.it)

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Tra gli inputs che vengono dati al cervellone elettronico che redige i calendari dei campionati ci sono quelli che non si possono giocare le ultime due partite di un girone (d’andata o di ritorno) in casa o in trasferta e in nessuna fase tre giornate consecutivamente in casa o in trasferta. Non vigevano tali regole una sessantina d’anni fa, sicché il Genoa inaugurò domenica 3 febbraio 1957 il suo girone di ritorno del Campionato 1956/1957 con la trasferta all’“Olimpico” giallorosso, dopo aver conquistato due successi consecutivi nelle due domeniche precedenti a Vicenza (1-0) e a Napoli (2-1). In quell’occasione il Genoa ottenne il primo dei quattro pareggi (a fronte di ventisette sconfitte, a cui si aggiungono le tre di Coppa Italia, e di nessuna vittoria) in Campionato contro la Roma nello stadio teatro dei XVII Giochi Olimpici del 1960.

Nella prima parte del 1° tempo i padroni di casa ebbero tre occasioni per passare in vantaggio al 9’ con l’italo-brasiliano Dino «il castigatore» Da Costa (puntata bloccata dal portiere Adolfo Franci), all’11’ con Paolo Pestrin, che, servito in piena area di rigore da Giorgio Barbolini (quel giorno sostituto del grande centravanti svedese Gunnar «il pompiere» Nordahl III), non fece scattare, trascinandosi con un errato aggancio il pallone sul fondo, la legge non scritta del goal dell’ex (nell’altra area di rigore, al 14’, pure Antonio Corso ebbe un’esitazione fatale, non riuscendo a capitalizzare a pochi passi dal portiere Luciano Tessari un invitante suggerimento dell’uruguayano Júlio César «el Pardo» Abbadie Gismero e facendosi anticipare da Giosuè Stucchi), e al 21’ con Severino Lojodice (gran botta dalla sinistra sul «primo palo» deviata sul fondo con un tuffo rasoterra da Franci).

Dopo un tentativo al 34’ di Corso, quella volta pronto a sparare in porta il pallone recapitatogli da Abbadie Gismero, che venne rintuzzato da un plastico intervento di Tessari, i padroni di casa sbloccarono il risultato al 39’ con Da Costa, il quale, dopo aver sottratto sulla tre quarti il pallone a Benedetto De Angelis, che si era attardato a gestire un pallone stoppato di petto, si involò, invano inseguito da Rino Carlini e Fosco «Palla di gomma» Becattini II sr., verso la porta difesa da Adolfo Franci, che batté con un tiro angolatissimo alla sinistra del portiere ospite. La gioia dei tifosi locali durò pochissimo, perché Attilio «Patinella» Frizzi coronò con un tiro al volo all’incrocio sinistro dei pali, scoccato da circa 22 metri, un passaggio dalla sinistra di Giorgio «Roccia» Dalmonte II, al 43.

Nella ripresa il Genoa accentuò il proprio atteggiamento difensivo, riuscendo quasi sempre a bloccare le avanzate giallorosse e contando sull’ottima vena del proprio portiere, che si oppose ad alcune pericolose conclusioni di Da Costa (al 9’) e di Barbolini (al 25’ e al 27’) e – dopo che il signor Giulio Campanati di Milano aveva sorvolato su due atterramenti in area di rigore (Stucchi ai danni di Abbadie Gismero al 28’ e De Angelis ai danni di Barbolini al 34’) – respinse a cinque minuti dal termine la punizione a due calci in area di rigore (uno dei «cari estinti» dell’attuale regolamento arbitrale e probabilmente la sanzione più giusta per l’intervento sul pallone, ma in gioco pericoloso, del difensore franco-marocchino della Vecchia Signora Mehdi Amine «Bena» Benatia El Moutaqui su Lucas Vázquez Iglesias all’ultimo minuto di Real Madrid-Juventus 1-3 di mercoledì 11 aprile 2018) tirato dall’italo-uruguayano Alcides Edgardo «l’omino coi baffi» Ghiggia, che era stato assegnato dall’arbitro, il quale aveva rilevato una scorrettezza ai danni di Da Costa poco prima che partisse la battuta di un calcio di punizione da parte di Antonio «piccolo muro» Marcellini (in uno dei tentativi di far effettuare regolarmente l’esecuzione del tiro Corso era stato espulso, perché non aveva osservato la distanza regolamentare, avanzando dalla linea di porta). Seppure in dieci uomini, il Genoa resistette fino al termine dell’incontro con Riccardo «Carappa» Carapellese, che aveva il setto nasale fratturato da una involontaria gomitata di Giacomo «core de Roma» Losi dal 32’ del 1° tempo, portato subito dopo la sua conclusione in una clinica romana.

TABELLINO

Roma, domenica 3 febbraio 1957, Stadio “Olimpico”, ore 14,30

Roma-Genoa 1-1 [XVIII giornata del Campionato di Serie A 1956/1957]

Arbitro: Campanati [Milano]

Spettatori: quarantamila circa

Marcatori: nel 1° tempo Da Costa (R) al 39’, Frizzi (G) al 43’

Roma: 1 Tessari, 2 Cardoni, 3 Losi, 4 Giuliano, 5 Stucchi, 6 Marcellini, 7 Ghiggia, 8 Pestrin, 9 Barbolini, 10 Da Costa, 11 Lojodice. All.: Sarosi I

Genoa: 1 Franci, 2 Viciani, 3 Becattini II sr., 4 De Angelis, 5 Carlini, 6 L. Delfino, 7 Frizzi, 8 Dalmonte II, 9 A. Corso, 10 Abbadie Gismero, 11 Carapellese. All.: Magli sr.

Note: espulso A. Corso (G) al 39’ del 2° T.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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