Correva l’anno 1956. A giugno il Genoa reduce da un ottimo torneo concluso a metà classifica dopo aver superato, unica squadra in Italia, i campioni della Fiorentina, può vantare una prestigiosa imbattibilità casalinga frutto di 11 vittorie e 6 pareggi. Onore ai vari Frizzi, Carapellese, Larsen ma soprattutto lo svedese 36enne Gunnar Gren. Gli ultimi due, purtroppo, lasceranno il Grifone assieme alla giovane rivelazione Pestrin. In compenso viene ingaggiato con enorme sacrificio l’asso uruguayo Julio Cesar Abbadie, padre francese e madre spagnola. Il plenipotenziario genoano Armando Piaggio ha voluto così ripagare la fiducia dei tifosi. L’allenatore Renzo Magli poteva sì ritenersi soddisfatto, tuttavia doveva operare con una nuova struttura di squadra, contraria alla precedente fortemente affiatata. E, un po’ per sfortuna, un po’ per incapacità il Ferraris inespugnabile fino a poco tempo prima diventa terra di conquista. A tutto il 31 dicembre 1956 della nuova stagione il Genoa ha solo racimolato 5 pareggi e una sconfitta sul suo terreno.
Il piatto, sinonimo di classifica, piange profondamente. Ultima posizione con soli 8 punti alla vigilia della 14° giornata. Questa è in programma il 6 gennaio 1957, e vede il grifone impegnato al Ferraris contro la Spal, qualche gradino più sopra in graduatoria. Pleonastico attendersi il regalo della befana. La partita sembra promettere bene ma a metà del primo tempo il Genoa (e il suo numeroso pubblico) cadono in depressione. L’ala estense Prenna con un cross perfetto permette a Di Giacomo di colpire a rete. Il portiere Gandolfi, mal piazzato, smanaccia quel tanto per consentire il colpo di testa vincente allo spallino Sandell, uno svedese in possesso di un tiro fortissimo ma non certo un campione. Genoa in apnea, e Spal che si appresta a difendere il vantaggio, un po’ fortunoso in verità. E qui entra in scena il grande Abbadie capace di cose strabilianti nelle giornate di grazia. E quella è una giornata buona. Nel giro di due minuti, il Pardo da posizione centrale scarta due, tre, quattro difensori spallini, e porge nell’area piccola a Frizzi una palla da spingere in rete. E siamo 1-1, partita e speranze riaperte.
La ripresa vede inizialmente un solo tentativo ferrarese verso la porta genoana, prontamente soffocato da Gandolfi. Il resto è…assedio rossoblu sotto la Nord condotto magistralmente da Abbadie autentica spina nel fianco della difesa avversaria. Due miracoli del bravo portiere avversario Catarsi e tempo che stringe sempre di più. Nel Genoa punta centrale gioca Antonio Corso assente per un lungo periodo, attaccante forse limitato tecnicamente ma in possesso di una personalità e di una grinta eccezionali. E’ lui che a otto minuti dal termine piazza sull’angolo sinistro la palla del sospirato 2-1 che sarà risultato finale e spezzerà l’incantesimo del Ferraris. Il Genoa trarrà nell’immediato grande autostima da quella sofferta vittoria. Nei successivi cinque incontri otterrà tre vittorie (di cui due in trasferta) e due pareggi ponendosi in un tranquillo provvisorio centro classifica. Avrà, purtroppo, una ricaduta al punto comunque di riuscire a salvarsi all’ultima giornata in un finale degno di Hitchcock.
La situazione attuale del Grifone, pur se differente nei numeri, presenta nella sostanza affinità con quell’incontro del 6 gennaio 1957, e non solo nel nome del prossimo avversario. Noi non possiamo far altro che affidarci alla speranza e…alla cabala. Battere domenica prossima la Spal significherebbe mettere in ordine soprattutto sul piano ambientale parecchie negatività del delicato momento.
TABELLINO
Genova, 6 gennaio 1957
Genoa-Spal 2-1 – Sandell al 22’, Frizzi al 26’, Corso al 83’
Genoa: Gandolfi, De Angelis, Becattini, Robotti, Carlini, Viciani, Frizzi, Dalmonte, Corso, Abbadie, Carapellese
Spal: Catarsi, Delfrate, Lucchi, Costantini, Boldi, Dal Pos, Prenna. Di Giacomo, Sandell, Broccini, Dido
Arbitro: Campanati di Milano
Marco Colla