Correva l’anno 1957: Abbadie trascina il Genoa alla vittoria contro la Sampdoria

I rossoblù sconfissero 3-1 i blucerchiati fino a quel momento imbattuti

Julio Cesar Abbadie (Wikipedia)

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Domenica 20 ottobre 1957 poche migliaia di spettatori sfidarono la pioggia che cadeva copiosamente per recarsi al “Luigi Ferraris” per assistere all’incontro, valido per la VII giornata, Genoa-Sampdoria. L’arbitro Pietro Bonetto di Torino provò a far iniziare l’incontro nel pantano che durò 186 secondi e 3 decimi, durante i quali si registrò un’occasione da rete per il Genoa con una conclusione di Paolo «Paolone» Barison sull’esterno della rete. La sospensione della partita portò, secondo il regolamento dell’epoca, alla sua ripetizione integrale, che venne disposta, agli ordini del signor Raoul Righi di Milano, venerdì 1° novembre con «slittamento» a lunedì 4 novembre (all’epoca giorno festivo per la ricorrenza della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale) di Genoa-Alessandria e di Udinese-Sampdoria (incontri terminati rispettivamente 0-2 e 3-3).

Nel frattempo, domenica 27 ottobre, il Genoa rimpinguò con un pareggio per 1-1 a Ferrara con la Spal la sua più che «anemica» classifica (un punto nelle prime sei giornate), stabilendo, peraltro, il record negativo (eguagliato nel campionato in corso) di nessuna vittoria nelle prime sette giornate di campionato, mentre la Sampdoria colse il quinto pareggio per 1-1 (a quei cinque risultati si erano aggiunti la vittoria esterna per 1-0 sul Milan e il pareggio per 3-3 a Bologna). Si arrivò, quindi, al recupero del derby con i blucerchiati senza sconfitte e i rossoblù senza vittorie. Nei giorni che lo precedettero la Sampdoria si allenò sul terreno in cui si sarebbe disputato. Tra gli spettatori degli allenamenti ci fu anche – in incognito – Annibale «il Dottor Sottile» Frossi, il tecnico del Genoa. Forte delle conoscenze acquisite, l’allenatore genoano seppe mettere in campo una squadra all’altezza, che mise a segno ben tre reti (record assoluto per i rossoblù contro i blucerchiati, che sarebbe stato eguagliato quattro volte durante la presidenza di Enrico «the Joker» Preziosi).

Di fronte a circa 40mila spettatori, la partita sembrò inizialmente rispettare i pronostici della vigilia, quando, alla metà del primo tempo smarcato da un passaggio di Giuseppe Recagno l’anglo-italo-sudafricano Edwing Ronald «Tacchino freddo» Firmani non diede scampo ad Alfredo Franci. A quel punto si scatenò l’uruguayano Julio Cesar «el Pardo» Abbadie Gismero, che trascinò i rossoblù alla riscossa. Al 40’ colpì, al termine di una triangolazione, il palo sinistro della porta difesa da Ugo Rosin sr., dando modo ad Ivan Firotto di ribadire il pallone in rete. Nella ripresa, appena riconquistato il pallone dopo il calcio d’inizio dato dalla Sampdoria, il sudamericano andò in fuga sulla destra, eludendo la guardia di Benito Sarti, e mise in mezzo un pallone che Antonio Corso convertì nella rete del sorpasso sotto la Gradinata Nord in visibilio. Subito dopo si infortunò il suo frastornato marcatore, Azeglio Vicini (non essendo all’epoca previste sostituzioni, la Sampdoria restò in dieci uomini), e i blucerchiati dovettero rinunciare al loro play-maker, l’austriaco Ernst «Ossi» Ockwirk che fu destinato alla marcatura del campione di San Ramon e, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, subirono la terza rete a un quarto d’ora dalla fine con un bel tiro al volo di Leonello Leoni dal limite dell’area di rigore su respinta della difesa.

Stefano Massa

(Membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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