Correva l’anno 1956: il Genoa spezzò a Bergamo la serie nera di sconfitte in trasferta

Il Grifone, sotto di due reti, segnò prima con Corso e poi con Pestrin

Gunnar Gren (Da Magliarossonera.it)

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Quella domenica 4 marzo 1956 corsero tutti i giocatori del Genoa ad abbracciare il tecnico Renzo Magli sr. al termine dell’incontro pareggiato 2-2, che poneva fine all’incredibile serie (ancor di più visto il complessivo livello medio della squadra, molto forte tra le mura amiche) di dieci sconfitte consecutive esterne (nel 1955/1956 tutte le prime partite), che aveva eguagliato (e in assoluto battuto, aggiungendo la sconfitta per 1-2 a Novara nell’ultima trasferta del campionato precedente) il record negativo stabilito nel campionato della prima retrocessione nella cadetteria (1933/1934).

Veemente fu la reazione allo 0-2 subito ad inizio ripresa, quando Carlo «Carletto» Annovazzi si era fatto trovare pronto su un cross dalla sinistra di Oreste Rozzoni (nel 1° tempo Adriano «Nano» Bassetto aveva battuto al 36’ con un calcio di rigore, provocato da un inutile fallo di mano di e Fosco «Palla di gomma» Becattini I sr., Renato Gandolfi, che pure aveva intuito il tiro, sulla sua destra): Antonio Corso al 15’ accorciò le distanze di testa su corner battuto dallo svedese Gunnar «Professore» Gren e al 22’ diede la palla del pareggio a Paolo Pestrin, che con la punta della scarpa anticipò Enzo Galbiati.

Stefano Massa

(Membro del comitato scientifico della Fondazione Genoa)

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