Correva l’anno 1937: il 6 giugno il Genoa (o meglio: l’Associazione Calcio Genova 1893 com’era denominato nel ventennio fascista) vinse la sua prima e unica Coppa Italia. I rossoblù sconfissero 1-0 la Roma allo stadio Giovanni Berta di Firenze (l’attuale “Artemio Franchi”) con un gol di Torti nel primo tempo: il tiro si infilò nell’angolino alla sinistra della porta giallorossa.
La formula della competizione assomiglia (con una sorta di “corsi e ricorsi storici”) molto a quella attuale: gara secca, con tempi supplementari in caso di parità, ma a differenza di oggi non c’erano i calci di rigore e si rigiocava in casa del club ospite. Il Grifone iniziò la competizione dai sedicesimi di finale, dove schiantò al Ferraris la Lazio per 5-0. Poi toccò al Palermo essere “asfaltato” per 4-0, sempre tra le mura amiche. Nei quarti, i rossoblù stracciarono 4-0 il Catania. In semifinale pareggio esterno 1-1 contro il Milan: vittoria del Genoa 2-1 ai supplementari nella ripetizione.
L’allenatore austriaco Hermann Fellsner schierò questa formazione nella finalissima diretta dall’arbitro Mattea di Torino: Bacigalupo (campione d’Italia nel ’28), Agosteo, Genta (campione del mondo nel ’38), Pastorino, Bigogno, Figliola, Arcari III (campione del mondo nel ’34), Perazzolo (campione del mondo nel ’38), Torti, Scarabello (oro olimpico nel ’36) e Marchioneschi.
Le cronache dell’epoca riportano che il presidente Culiolo organizzò i festeggiamenti la vittoria con un sontuoso banchetto a bordo della nave Rex. La conquista della Coppa Italia consentì al Genoa il diritto di partecipare alla Coppa dell’Europa Centrale, l’antenata della Coppa delle Coppe che nacque nel 1961. Proprio il Genoa nel 1929 fu, assieme alla Juventus (uniche squadre ad aver comandato in Italia la classifica degli scudetti), la prima società del nostro paese a partecipare a questa competizione internazionale.
