Correva l’anno 1981: i blurossi genoani sconfissero 2-1 l’Udinese (VIDEO)

Domenica 25 ottobre 1981 in una giornata di pioggia battente il Genoa ottenne, alla VI giornata, la sua prima vittoria (per 2-1 sull’Udinese) in quel Campionato di Serie A da cui era mancato per tre stagioni (quindi l’astinenza da vittorie nella massima serie durava da nove partite e da tre anni, sei mesi e sedici […]


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Domenica 25 ottobre 1981 in una giornata di pioggia battente il Genoa ottenne, alla VI giornata, la sua prima vittoria (per 2-1 sull’Udinese) in quel Campionato di Serie A da cui era mancato per tre stagioni (quindi l’astinenza da vittorie nella massima serie durava da nove partite e da tre anni, sei mesi e sedici giorni, quanti erano trascorsi dal successo casalingo sulla Roma per 1-0 del 9 aprile 1978). In quell’occasione gli uomini di Luigi «Gigi» Simoni si presentarono in campo con una maglia a quarti con l’ordine dei colori invertito (blurosse anziché rossoblù), quelle che nel vittorioso Campionato di Serie B 1952/1953 erano state scaramanticamente (con obiettivo raggiunto: primo posto finale) prime maglie (25 utilizzi su 34 partite) e poi nella massima serie erano state adoperate per altre 24 volte (fino alla sconfitta esterna per 0-2 contro la Triestina a Capodanno del 1956).

Il motivo di quell’unica apparizione in «tempi moderni», secondo una ricostruzione su internet, sarebbe stato un furto notturno il 23 ottobre nel magazzino del campo di allenamento del Genoa, allora sito a Sant’Olcese, che privò la squadra delle maglie, all’epoca fornite dal negozio genovese di articoli sportivi Mauri Sport, il quale, essendo sprovvisto di un’altra muta di casacche del Genoa, propose quelle che aveva in quel momento, le maglie della Sambenedettese (che aveva curiosamente espugnato il “Luigi Ferraris” il 4 di quel mese, sconfiggendo per 1-0, con un tiro da una quarantina di metri di Luigi «Gigi» Cagni, la Sampdoria, che aveva sostituito dopo quella sconfitta l’allenatore Enzo Riccomini con Renzo Ulivieri, grazie al quale avrebbe ottenuto la promozione in Serie A sfuggitale l’anno precedente), che avevano lo sponsor tecnico dalla Ennneerre. Con un impegnativo lavoro di sartoria venne scucito quel logo ed aggiunti quello del negozio genovese sulla parte blu, lo stemma circolare con il Grifone stilizzato (il cosiddetto «gallinaccio») su quella rossa ed appiccicato con l’adesivo lo sponsor commerciale (apparso, dopo le sporadiche esperienze degli anni Cinquanta e Sessanta fatte da poche squadre, proprio da quella stagione) Seiko. Fece eccezione – involontario omaggio agli albori del calcio italiano, in cui tali situazioni a livello di divise non erano infrequenti – l’attaccante Oriano Grop, il quale, sapendo di essere stato ceduto al LaneRossi Vicenza in cambio di Massimo Briaschi I, aveva probabilmente ottenuto di portarsi a casa una maglia-ricordo, che subentrò a Roberto Russo, infortunatosi per uno stiramento muscolare, al 28′ del 1° tempo, indossando la classica maglia rossoblù.

Due minuti, Giuseppe «Beppe» Corti sr., sfruttando un cross dalla sinistra di Pasquale Iachini, girò al volo di sinistro in mezza rovesciata il pallone, reso imprendibile da un successivo rimbalzo sul terreno viscido, alle spalle del portiere degli ospiti Carlo Della Corna. Al 12′ della ripresa, grazie alla segnalazione di un guardalinee, il signor Giancarlo Redini di Pisa punì con un calcio di rigore un tocco di mano di Livio Pin su traversone di Claudio «Ruspa» Testoni. La domenica precedente il Genoa aveva perso in casa 0-1 in casa contro la Roma, perché il belga Renè Vandereycken (nella foto del Corriere Mercantile, cortesemente concessa dall’archivio della Fondazione Genoa 1893) si era fatto respingere sul palo di sinistra il pallone tirato dagli undici metri da Franco Tancredi, che poi l’aveva bloccato, sicché nell’occasione si decise di fare ricorso al rigorista dei due anni precedenti nella cadetteria, Tiziano «il Principe» Manfrin, la cui conclusione di potenza con il destro in diagonale venne respinta da Della Corna. Purtroppo il cuore della cinquantasettenne tifosa genoana Olga Pizzimbono, presente allo stadio, non resse all’emozione e venne mortalmente stroncato da un infarto.

La «maledizione degli undici metri» che sembrava gravare sul Genoa venne interrotta con una conclusione del tutto simile alla precedente (ma con il portiere degli ospiti gettatosi dall’altra parte) di Iachini undici minuti dopo (il calcio di rigore era stato concesso per contemporaneo atterramento di Grop da parte di Cesare Cattaneo e Manuel Gerolin). Negli ultimi istanti dell’incontro Attilio Tesser accorciò le distanze, andando caparbiamente a precedere due difensori che cercavano di allontanare dall’area di porta (fangosissima per il diluvio d’acqua sceso durante la ripresa) un pallone da lui crossato.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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TABELLINO (Da Genoasamp.com)

Genoa-Udinese 2-1 

Marcatori: Corti al 30′ del p.t., Iachini, su rig., al 18′, Tesser al 45′ della ripresa. 

GENOA: Martina, Corti (Faccenda dal 22′ della ripresa), Testoni, Romano, Onofri, Gentile, Vandereycken, Manfrin, Russo (Grop dal 28′ del p.t.), Iachini, Sala C.. (12 Favaro, 13 Gorin, 15 Boito). 

All.: Simoni. 

UDINESE: Della Corna, Gerolin, Tesser, Papais (Bacchin dal 1′ della ripresa), Cattaneo, Orlando, Causio, Pin (De Giorgis dal 19′ della ripresa), Miano, Orazi, Muraro. (12 Borin, 13 Pancheri, 

16 Cinello). All.: Ferrari. 

Arbitro: Redini di Pisa. 

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