Su un campo battuto dalla tramontana e dopo aver osservato un minuto di raccoglimento in memoria di George “Geo” Davidson (il presidente del settimo titolo nazionale, quello del Campionato 1914/1915), deceduto all’età di 91 anni a Rapallo cinque giorni prima, domenica 26 febbraio 1956, il Genoa batté al termine di una prova gagliarda per 3-1 il Napoli, andando a segno con gli stessi tre giocatori che, sempre al “Luigi Ferraris”, domenica 3 giugno avrebbero rovesciato l’iniziale vantaggio viola di Guido Gratton ed inflitto alla Fiorentina, già matematicamente campione d’Italia, l’unica sconfitta di quel torneo all’ultima giornata.
Al 14′ del primo tempo Riccardo “Carappa” Carapellese, liberatosi con un paio di finte della marcatura, centrò dal fondo per il colpo di testa vincente dello svedese Gunnar “Professore” Gren; tre minuti dopo Attilio “Pattinella” Frizzi se ne andò in velocità ed operò un tiro-cross che, deviato dal terzino sinistro partenopeo Elio Greco II, venne capitalizzato dall’opportunista Carapellese; al 7′ della ripresa lo stesso Frizzi, scattato sul filo del fuorigioco, inserì il suo nome nel tabellino dei marcatori, mentre, al termine di un’azione iniziata da Luis De Menezes “o’ lione” Vinicius “Vinicio” e proseguita da Amedeo “Fornaretto” Amadei, a quattro minuti dalla fine l’ex Giancarlo Vitali segnò la “rete della bandiera” per il Napoli con un tiro fortunoso che spiazzò Renato Gandolfi.
Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)
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