Il Napoli ha battuto il Bologna colpendolo nel suo momento migliore. La capacità di far male è un connotato basilare della squadra di Sarri, un mix di solidità, verticalizzazioni e movimenti delle ali. Il Napoli può ancora crescere e migliorare sotto l’aspetto della gestione della partita: alcune volte ne entra troppo tardi (Pescara, Dinamo Kiev), altre ne esce presto (Milan) rischiando di compromettere tutto.
FATTORE MILIK – La partita con il Bologna ha dimostrato come il tridente di Sarri necessiti di una vera prima punta: Gabbiadini è troppo leggero, meglio Milik. Il polacco ha fatto saltare la retroguardia felsinea con un movimento classico eseguito alla perfezione: in contro poi attacco della profondità, un elastico che ha costretto Oikonomou ad abbandonare la linea e creare un buco, visto da Hamsik (provato mezz’ora come volante) per l’assist del 2-1.
LE ALI – Sono la vera forza del Napoli, due interpreti che sanno giocare benissimo sul movimento, negli spazi larghi e sul lato debole (quello opposto alla posizione della palla) della propria squadra. Contro il Bologna, Callejón e Insigne hanno giocato più volte alle spalle dei centrocampisti e nello spazio libero tra terzino e difensore: se vorrà far male, il Genoa dovrà muovere velocemente la palla per evitare il rientro delle ali azzurre.
Una novità di quest’anno, voluta da Sarri, è la forzatura della giocata: gli azzurri rischiano qualcosa a costo di pagare in termine di contropiede, ad esempio alzando in anticipo i terzini Ghoulam e Hysaj. Con due giocatori offensivi larghi e alti nel tridente, mister Jurić potrebbe evitare un eccessivo appiattimento delle linee rossoblù.