Lapadula contro la Spal per il rilancio: ora o mai più

L'attaccante del Genoa deve sfruttare l'occasione: Galabinov fermo per infortunio e Rossi non ancora al meglio per giocare dall'inizio

Lapadula al tiro (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Consapevolezza dei propri mezzi, umiltà e tanto entusiasmo. Tre password del mondo Spal che nel sabato di Pasqua verrà al Ferraris rinverdendo i fasti di un calcio romantico ormai tramontato. Vedendo giocare la squadra di Semplici, una cosa è certa: lotteranno fino all’ultimo minuto per la salvezza. Il che è un grandioso risultato per un club rifondato capace di fare il doppio salto tra i professionisti in due anni di fila. Complimenti, allora, a chi amministra la Spal. Venendo al lato tecnico gli ars et labor rispecchiano il significato originale della locuzione latina: mestiere (ars sarà tradotto in arte solo a partire dall’Ottocento) e lavoro. Insomma, una variante del benedettino ora et labora.

La Spal non esagera in campo perché preferisce mettere in difficoltà ogni avversario. Ultima, la Juventus, bloccata al Mazza da una superba organizzazione difensiva, risultato desueto per chi ha subito cinquanta gol in stagione. Allegri chiedeva una veloce circolazione di palla ma era inutile: i giocatori avversari erano mentalmente più carichi dei bianconeri. Il Genoa ha le capacità per fare la partita e la tecnica sufficiente per giocare nella metà campo avversaria prestando, altresì, attenzione ai contropiede della Spal. Non ci vuole Nostradamus per prevedere una partita bloccata nella zona centrale del campo e combattuta su ogni pallone, specialmente quelli alti.

Nella partita d’andata Semplici scoprì la doppia punta, disposizione che successivamente ha riprodotto con alterne fortune: punti in casa, sconfitte in trasferta. Schiattarella è diventato il punto d’equilibrio della Spal, ossia mediano tutto fare nella linea a cinque con Viviani (più estroso ma meno dinamico) spostato alla mezz’ala. Faranno la differenza gli uomini che Ballardini saprà mettere tra le linee avversarie, Pandev in primis. Farà la differenza – perché adesso non ha più scuse con Galabinov infortunato e Rossi alla ricerca della tonicità muscolare – Lapadula, alla prima da titolare dopo otto giornate iniziate dalla panchina. Il Genoa ha bisogno della cattiveria agonistica dell’attaccante d’origine inca: ora o mai più.

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