Ballardini ha usato una bella parola durante la conferenza di presentazione di Chievo-Genoa: educazione, virtù della quale non se ne fa mai a meno. Tutti i calciatori si sono messi a disposizione del tecnico di Lugo. Nessuno osa alterare l’equilibrio dello spogliatoio, nemmeno durante gli allenamenti a Pegli. Le piccole turbolenze di qualche giocatore sono buon sintomo e presto rientreranno. Da Crotone-Genoa la squadra ha focalizzato l’obiettivo salvezza diradando ogni nebbia di dubbio.
I tre punti di Roma hanno dato una spinta al Grifone, tornato a distanza di sicurezza dopo il banale scivolone con l’Udinese. La fiducia del Genoa è alta, come la consapevolezza che oggi sarà una partita spinosa. Non illudano i recenti risultati del Chievo. A causa di molteplici infortuni è venuta mancare loro la fase difensiva, marchio di fabbrica delle salvezze clivensi. La squadra di Maran ha più volte giocato con dignità, producendo un discreto calcio ma senza risultati. La certezza del Chievo è la facilità al cross, prodotti sempre in buon numero. Nel Genoa dovranno interpretare una grande partita i centrali i quali saranno chiamati a vincere molti duelli aerei.
Il Grifone ha centimetri e potenza là dietro, con Biraschi, Spolli e Zukanovic, tre difensori capaci sulle palle alte. L’eventuale risultato positivo del club più antico d’Italia inizierà dalla loro prestazione, magari perfezionata dal lavoro senza palla dei centrocampisti rossoblù. Chievo-Genoa si prospetta con un tasso di spettacolo non proprio alto, ma attenzione al finale di stagione rossoblù: qualcosa è cambiato da lunedì scorso, è come se il gol di Laxalt avesse cucito lo strappo temporale che nei mesi recenti ha inghiottito il Genoa. Si respira una nuova vitalità, una gioiosa effervescenza educata come il Grifone di Ballardini.
