Luana Ambrico: «Vi racconto la storia del tifo genoano»

Se, parlando di palmares e di calcio giocato in Italia, le squadre che hanno fatto la leggenda di questo gioco sono Juventus, Inter e Milan solo saltuariamente superate da altre, parlando invece di tifo da stadio la Gradinata Nord di Marassi a Genova è stata una delle leggendarie curve d’Italia. Come dice uno dei tantissimi […]


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Se, parlando di palmares e di calcio giocato in Italia, le squadre che hanno fatto la leggenda di questo gioco sono Juventus, Inter e Milan solo saltuariamente superate da altre, parlando invece di tifo da stadio la Gradinata Nord di Marassi a Genova è stata una delle leggendarie curve d’Italia. Come dice uno dei tantissimi striscioni esposti allo stadio “Primi a nascere, ultimi a morire”, il tifo rossoblù è pura passione e tripudio di colori fin dal 1893, prima società di calcio fondata in Italia.

Genova è una città misteriosa, schiacciata per conformazione geografica tra il mare e le montagne raccoglie in sé il bello di una grande città, con i suoi servizi, i suoi vizi e le sue comodità ed i difetti di una mentalità chiusa e che per scelta rifiuta di aprirsi in modo totale al mondo esterno.

Il genovese da tutt’Italia viene ricordato spesso per essere tirchio e avaro, questo deriva dal fatto storico che ai tempi delle Repubbliche Marinare i banchieri genovesi non fossero propensi a rilasciare credito, soprattutto ad aziende forestiere e poi perché come grande porto di mare quale è i commercianti che transitavano dalla Superba dovevano abbassare i loro prezzi se volevano vendere i loro prodotti. Il genovese però è anche molto altro, gente tosta, di pasta dura, che è abituato ad affrontare le difficoltà con le proprie mani e a superarle, com’è accaduto recentemente con la terribile alluvione del 4 novembre dove un intero quartiere della città è andato distrutto e numerose realtà cittadine sono state spazzate via. Toccante davvero la forza con cui la città si è rialzata solo con il sudore di chi ama “La Superba” e del fatto che ciò sia avvenuto nel silenzio. Ecco il genovese è questo, parla poco, quando lo fa con la cantilena del suo accento, lo fa per manifestare il suo disappunto, il mugugno appunto. Se un genovese è silenzioso state tranquilli, perché vuol dire che va tutto bene. Questo però, statene certi, non avverrà mai allo Stadio, al Luigi Ferraris, non ci sarà mai silenzio. 

STORIA TIFO

La storia del tifo rossoblù è legata indissolubilmente a quella della leggendaria Fossa dei Grifoni, che ha le sue origini nel 1973. La Fossa era appartenente al club Ottavio Barbieri nato nel 1970, successivamente i connotati della F.d.G. si delinearono sempre più, sempre rimanendo legati alle loro origini.

La F.d.G. recluta da subito tutte le forze minori del tifo genoano, raccogliendo da tutti i club le persone più attive ma sempre restando vicina e parallela all’Ottavio Barbieri.

La Fossa è stata riconosciuta da più parti come la massima espressione del nostro tifo, poichè infatti raccoglie le caratteristiche del tifo britannico, quello delle firm per intenderci, con espressioni corali al massimo, esternalizzazioni del proprio pensiero a favore o contro unicamente la squadra, ma al tempo stesso prende e sviluppa le caratteristiche del tifo ultrà italiano, cioè coreografie mozzafiato, poca libertà individuale e tanta partecipazione di gruppo tale da rendere trasferte lunghissime veri e propri esodi di massa e la Gradinata Nord sempre praticamente esaurita già in campagna abbonamenti.

Va detto che i due movimenti O.B. e F.d.G. sono nati in momenti bui del “vecchio balordo”, quando militava in serie C.

Il massimo splendore ultrà rossoblù è stato verso la fine degli anni ’80 ed inizi  ’90, quando la squadra dopo essere tornata al calcio della serie A, alla guida di Osvaldo Bagnoli nel 1990 è giunta ad un incredibile 4° posto qualificandosi per la U.E.F.A., erano anni incredibili, la Fossa dei Grifoni riusciva a reggere l’urto del tifo con i grandi club europei, abituati a vedere tifoserie di ogni tipo. Memorabili le coreografie nei derby cittadini con i cosiddetti “cugini sempre ospiti” al Ferraris e gli incredibili esodi, ad Oviedo (8000 persone) per la prima in U.E.F.A. e a Liverpool dove la tifoseria rossoblù, proprio per il suo calore e la sua “potenza di tifo” è uscita dall’ Anfield Road tra gli applausi degli inglesi, credetemi cosa rara.

La Fossa dei Grifoni però, si scioglie tra lo stupore generale nel 1993, i motivi sono diversi, principalmente per una contestazione feroce nei confronti dell’allora presidente Spinelli, questo determina anche un contrasto con il resto della tifoseria che non condivide più il modo di tifare contro il Genoa, inoltre la Fossa inizia ad avere anche un difficile rapporto con la stampa locale e con le forze dell’ordine. Ergo per il bene del Genoa si chiude i battenti. Alcuni vecchi militanti confluiscono così nell’ Ottavio Barbieri che diviene il gruppo predominante in nord. Dopo uno sciopero del tifo durato parecchio tempo dalla stagione ’96 – ’97 appare in gradinata lo striscione “Vecchi Orsi”, sono ultrà che si ritengono appartenenti alla mentalità della vecchia Fossa dei Grifoni.

Oggi in nord insieme allo striscione “You’ll never walk alone” capeggia anche quello del gruppo Via Armenia 5 r., che poi è la sede dell’Ottavio Barbieri, insomma una nuova storia con un’origine comune, speriamo che il nuovo gruppo possa se non eguagliare ricalcare le orme della Fossa dei Grifoni, maestri in Italia e per le tifoserie estere.

Tantissimi i gruppi presenti allo stadio, ne citiamo solo alcuni: I Figgi do Zena (Figli del Genoa) sono un gruppo numeroso situato nei distinti, produce ottime coreografie e alimenta un settore tradizionalmente più silenzioso, una volta infatti quando i Figgi do Zena non c’erano i distinti venivano invasi anche da gruppi di tifoserie di grandi squadre (Juve, Milan, Roma, Inter, etc..) oggi con questo loro innesto non è più possibile ed un gruppo organizzato di esse è costretto ad andare nella “gabbia” del Ferraris con gli altri ospiti. I figgi do Zena sono un gruppo di ragazzi di Sant’Eusebio nell’entroterra genovese.

I Grifoni Annebbiati sono un gruppo di tifosi della Lombardia accomunati dalla passione per il Genoa.

Crazy Klan e South Group sono situati in sud. Poi citiamo: Brigata Speloncia, Gruppo Quinto, Trojan Skins, Ciurma Zeneise, I Caruggi, G.A.V. 2003, Sette Settembre, Balordi Genoa 1893, Ponente Rossoblù, Gruppo Borgo, Ragazzi Certosa (‘88), Vecchia Sestri, Vortice Group, Old Block 1973, Superbi Zena, Gir, Brigata Spagna, III° Anello, Gruppo Verrina, Marassi, Camalli, Via Boselli, Miakkeroba, Imbrieghi do Zena, Noi di Sampierdarena, Grifoni Milano, Young Grifons, Ragazzi Oregina, Brigata Rapallo, Grifoni Ovunque, Brigata Elfica, Brigata Palo, Villanova in Botta, Sempre Scomodi, South Group, Grifoni Sciolti, Leggere Piazza Rotonda.

GEMELLAGGI E RIVALITA’

Gli ultrà rossoblù sono gemellati con i tifosi di Napoli (sempre presente lo striscione Napoli ’82 in ricordo della bella amicizia) e Ancona. A parte la naturale difficile convivenza con i cugini della Sampdoria le rivalità maggiori invece sono con gruppi di Milan, Juve, Atalanta, Lazio, Fiorentina, Verona, Spezia, Modena e Inter.

CURIOSITA’

La mentalità ultrà ha portato anche fatti positivi come la Cooperativa Insieme per Genova, nata dall’idea di Fossa dei Grifoni e U.T.C. Sampdoria per finalità benefiche.

Ottavio Barbieri, è il nome del primo club storico genoano, ma è anche uno dei più grandi giocatori della storia del Genoa dal dopoguerra ad oggi.

Lo stadio Luigi Ferraris è stato inaugurato nel 1911, ed è stato possibile costruirlo grazie alla donazione del terreno da parte di un socio del Genoa che aveva la sua villa nelle vicinanze (Musso Piantelli) ed al lavoro gratuito nell’edificarlo svolto da parte degli altri soci del Genoa. Per questo i Genoani non vogliono sentir parlare della demolizione del Ferraris e considerano i cugini ospiti. Luigi Ferraris è stato uno storico capitano della squadra genovese.

In seguito vennero costruite le gradinate, ironia della sorte la nord sorge sopra il vecchio campo della cajenna dove giocava l’Andrea Doria una delle due squadre la cui fusione fece nascere l’U.C. Sampdoria (l’altra è la Sampierdarenese), quindi abbiamo gli ultrà genoani che sono di casa sopra un pezzo di Sampdoria e la Sampdoria che gioca in casa grazie soprattutto ai genoani.

Vere e proprie icone della nord sono Franco Scoglio (Il professore) allenatore storico rossoblù mancato in una diretta televisiva locale parlando proprio del suo Genoa e Gianluca Signorini storico capitano del Genoa della prima spedizione europea, colpito da S.L.A. e mancato nel 2002 dopo una convalescenza che lo aveva ridotto su una sedia a rotelle, toccante la coreografia preparata in occasione di una partita a lui dedicata il 24 maggio 2001. Dopo la sua scomparsa il Genoa ha ritirato dalla distinta la maglia numero 6 che sarà sua per sempre.

Il Genoa ha ritirato anche la maglia numero 12 dalla distinta dedicandola ai tifosi, riconoscendoli come il dodicesimo uomo in campo.

E’ una tifoseria incredibile, un’esplosione di calore e di colore continui, sono i fautori del motto “Il Genoa non si tifa quando vince ma si ama quando perde” e loro lo hanno dimostrato quando erano in categorie inferiori e lo dimostrano sempre, la partita a Genova inizia a metà settimana e finisce a metà settimana successiva vissuta con passione e ovviamente, sempre “mugugni”, perché è questo che poi porta il fan rossoblù ad avere sempre la giusta carica da riversare sugli spalti.  http://www.youtube.com/watch?v=ZDwgcX7NjmQ&feature=related bel video nel quale si rivive in una carrellata di immagini alcune tra le più belle coreografie rossoblù con una dedica d’amore speciale per chi si ama e che per sempre rimarrà nel proprio cuore, comunque vadano le cose anche in futuro…….perché il tifo è in primis un atto d’amore verso una parte di se stessi.

Luana Ambrico

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