Lettera/Nicola Chiossone: “Cessione Pellegri, così anche l’ultima nostra favola diventa cenere”

Considerazioni a Pianetagenoa1893.net di un tifoso sull'operazione di cessione all'Inter del giovane attaccante rossoblù

Pietro Pellegri in azione (da Genoacfc.it)

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Pietro Pellegri presto sarà proprietà dell’ Inter, dopo appena 3 presenze in serie A e un solo gol con la maglia del Grifone.

Certo è inutile illudersi. Nemmeno il più ottimista poteva sognare per lui una carriera alla Totti, sempre con la stessa maglia addosso. Siamo stufi di sentirci ripetere quanto le bandiere nel calcio non esistano più.

Pellegri è un predestinato, il più giovane esordiente in serie A e il primo marcatore nato nel nuovo millennio. Noi avevamo la fortuna irripetibile di averlo in casa questo campioncino, ma lo abbiamo ceduto immediatamente sull’altare delle esigenze di bilancio.

Al ragazzo non sarà permesso nemmeno di cominciare la propria promettente carriera con la maglia della squadra di cui è tifoso. Come il padre Marco del resto che ricopre il ruolo di team manager in società.

Non sono abbastanza bravo con le parole per esprimere quanto questo evento mi ha reso triste e sconsolato. Questo evento ha incenerito anche l’ultima briciola di fiducia che avevo nella persona di Enrico Preziosi.

Cosa rimane allora dello sport? Come si può rinunciare a combattere per difendere questa meravigliosa fortuna che ci era capitata una volta tanto? Come si può indebolire in un solo colpo la squadra e il morale di tutto il proprio popolo?

Io non so spiegarmelo.

Non sono mai salito sul carro dei contestatori, a Preziosi sono sempre stato grato del lavoro e dei sacrifici fatti in questi anni. E giuro che fino a ieri, lo avrei salutato con un “grazie di tutto presidente”.

Ma oggi no.

Un nostro giovane eroe cambia maglia, e a noi rimarrà soltanto un rimpianto lungo 2 anni. In cui contribuiremo a crescere un campione con una data di scadenza. Sapendo che non potremo godercelo la domenica allo stadio, e  sapendo che non sarà messo alla prova nel momento di decidere se rimanere o andar via. Esulteremo con lui per i gol che speriamo ci regali in grandi quantità, ma che faranno sorridere di più un’altra proprietà.

Questa faccenda è la morte dello sport e della speranza che nasca qualcuno di diverso, che ci riporti indietro nel tempo e magari in uno stadio in cui ora si fa davvero fatica a trovare un motivo per andare.

Nicola Chiossone

nico.chiossone@hotmail.it

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