Lettera/Roberto Pensato: «Il Genoa e la macchina del tempo»

Il nostro lettore ricorda il tragitto che percorreva da San Fruttuoso al Ferraris con suo nonno: ora va allo stadio assieme a suo figlio

Tifosi del Genoa al Ferraris (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Il tragitto rigorosamente a piedi da San Fruttuoso a Marassi mi ha riportato alla mia infanzia, in Luca che camminava al mio fianco con sciarpa e bandiera ho rivisto il bambino che oltre 40 anni fa percorreva le stesse strade con suo nonno.

Poi l’attesa fuori dalla Nord tutti insieme tra cori e bandiere e l’ingresso, un mare rossoblu, la Gradinata che si riempie ed inizia a tifare e poi la partita che sembra persa e Luca che mi guarda, cerca un conforto e io gli dico «vinciamo 4 a 1» ma non ci credo e neanche lui, però sento che entrambi lo desideriamo con tutto il nostro cuore. E poi succede… una sequenza perfetta, proprio sotto di noi, davanti ai suoi occhi che brillano di gioia… goal ! goal ! goal ! e noi che esultiamo e ci abbracciamo forte come solo padre e figlio possono fare.

Usciti dallo stadio, tornando verso casa dei nonni, Luca mi ha preso la mano e mi ha detto: «Grazie papà per avermi portato è stata la cosa più bella della mia vita! Certo che noi Genoani siamo davvero speciali vero?» allora  io l’ho stretto a me e gli ho detto «Sì tesoro, è proprio così, Noi siamo unici».

Questo accadeva a Genova il 26/10/2019 in un’epoca in cui per molti non sarebbe più dovuto succedere, ma Noi abbiamo la Macchina del Tempo. Ci saremo sempre.

Roberto Pensato – roberto.pensato2@gmail.com

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