Lettera/Paolo Guidetti: «Siamo in un incubo senza fine»

Il nostro lettore scrive: «Mio nonno, quando succedeva qualcosa di inverosimile, era solito dire "mi me tuccu pe vedde se ghe sun"»

L'ingresso delle squadre davanti alla Nord nel derby (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Buongiorno a tutti,

siamo in un incubo senza fine e abbiamo un legale rappresentante alla fine.

Mio nonno, quando succedeva qualcosa di inverosimile, era solito dire «mi me tuccu pe vedde se ghe sun» (mi tocco per vedere se ci sono, se sono desto).

Mettendo in fila le dichiarazioni fatte negli anni dal legale rappresentante, le dichiarazioni ottimistiche un tempo di Juric ora di Motta (tutto va bene, tranquilli…vinciamo…), i cambi turbinosi dei DS per non parlare delle porte scorrevoli attraverso cui sono passati centinaia e centinaia di giocatori in questi anni … arrivati al punto in cui siamo, si, dobbiamo tastarci per vedere se ci siamo … per verificare che non sia un sogno o meglio un incubo e se lo è come uscirne.

Per qualche anno il legale rappresentante (talvolta goffamente, vedi quando siamo finiti in serie C) ha provato giovamento a cercare di portare decorosamente in alto il Genoa, forse più per il piacere di essere personalmente alla ribalta che altro, ma da anni ormai neppure il suo “ego” è, indirettamente, dalla nostra. Essere umiliato in quanto a derby persi da Massimo Ferrero, significa non avere più il minimo orgoglio e decenza. Lasciamo perdere il rispetto che sarebbe dovuto al popolo rossoblù.

Da anni l’obiettivo è cambiato, non è la goduria dell’ego, ma il puro mercato degli ‘umani’ coi tacchetti. Il Genoa è una vetrina dove statisticamente passano migliaia di volti alcuni dei quali, per pura statistica, determinano plusvalenza. Da sfatare è quindi il mito che il legale rappresentante se ne capisca di calcio. Al Genoa hanno stimato che sono passati centinaia e centinaia di giocatori … qualcuno è diventato un campione, i più ce li siamo dimenticati…è un fatto statistico. Dal mettere giocatori in vetrina a fare una squadra e costruire una società ne passa. E non è una questione di bacino di utenza e altre sciocchezze, ma di intelligenza, fiuto e obiettivi … vedi Atalanta.

Il suo ego e la sua incapacità di accettare di avere fallito, oltre all’invidia contro chiunque a Genova sia stato amato (non è il suo caso), lo hanno indotto a cacciare prima Gasperini poi Ballardini (l’ultimo muro di contenimento alla frana che ne è seguita). Ora siamo alla scelta di un allenatore alle prime armi nel calcio vero, come ultimo azzardo o ancora sfida contro tutti, il voler fare ancora una volta lo splendido e a un nuovo DS, l’ennesimo che si approccerà al mercato di gennaio come uno chef a cui viene chiesto di fare piatti da ristorante stellato comprando gli ingredienti a pochi euro in un hard discount.

Dopo 40 anni vorrei tanto fare una letterina a Babbo Natale al quale chiederei, per favore, siccome questo anno siamo stati davvero bravi e pazienti, possiamo avere sotto l’albero un vero presidente?

Saluti a tutti i lettori e, in attesa del match prenatalizio contro la capolista al quale andiamo come un topolino zoppo contro una tigre inferocita, facciamoci davvero tanti auguri per le prossime festività.

Saluti,

Paolo Guidetti 

paoguide@libero.it

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