Lavagna tattica: il Genoa mostra i muscoli e ferma il Napoli. Ora sotto con il derby

Tutte le mosse di Cesare Prandelli al San Paolo: dal modulo 3-5-2 alla compattezza della squadra in poco più di 30 metri

Criscito
Criscito contrasta Milik (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Il Genoa mostra i muscoli e ferma il Napoli: ora sotto con il derby. Era stato profetico mister Prandelli nella conferenza di viglia di Napoli-Genoa: «Non posso garantire il risultato, ma la prestazione sì!». Una buona prestazione, senza raccogliere punti, avrebbe fatto storcere tanti nasi, soprattutto in vista del derby. Il Genoa ha saputo conciliare gioco e risultato, riuscendo a strappare un punto prezioso che fa bene al morale e alla classifica. Determinazione, qualità e capacità di saper soffrire – con ordine – hanno contraddistinto la prestazione dei rossoblù all’ombra del Vesuvio. Gli uomini di Prandelli hanno saputo approfittare della poca brillantezza dell’undici partenopeo, incapace di approfittare di un’ora di superiorità numerica, riuscendo a difendere con ordine ma anche attaccando con pericolosità, mettendo a nudo la debolezza della fase difensiva degli uomini di Ancelotti. Un plauso va fatto sicuramente a mister Prandelli, aver accantonato – per il momento – la nuova veste tattica ideata per il Grifone (il 4-4-2) per ritornare al pratico, quanto efficiente 3-5-2.

Caro, vecchio 3-5-2: quanto sei mancato! Con te è tutto un altro Genoa

Ritornare sui propri passi non è un segno di debolezza, ma di grande intelligenza, è Prandelli ha dimostrato di averne da vendere. Pochi allenatori riescono a “rinnegare” le proprie idee tattiche, ma il bene della squadra è fondamentale. Prandelli in un momento di difficoltà, ma anche a causa delle squalifiche dei due centrali difensivi titolari (Romero e Zukanovic), ha fatto un passo indietro abbandonando il 4-4-2 per ritornare al 3-5-2. Per le caratteristiche dei giocatori in rosa il 3-5-2 sembra essere il modulo ideale per far si che rendano al meglio, vuoi anche per le conoscenza maturate negli anni da parte di quei giocatori di più lunga militanza in rossoblù abituati a giocatore in questo determinato contesto tattico. A Napoli è ritornata la “garra” rossoblù, ma anche una certa qualità in fase offensiva con Pandev e Kouamè sugli scudi, ma soprattutto il Genoa è stato compatto, come si può notare dall’immagine in basso.

Come si può notare nell’immagine in alto, tutto il Genoa è raccolto in poco più di 30 metri, quelli che vanno da Criscito (ultimo uomo) a Kouamè, il giocatore più avanzato del Genoa. Squadra corta e compatta, in questo modo il Grifone ha tolto profondità al Napoli rendendo anche più complicato il consueto giro palla degli azzurri.

Pandev-Kouamè: unbelievable!

Cosa hanno fatto Pandev e Kouamè domenica sera? Hanno dato spettacolo, giocando di fioretto e di spada, sacrificandosi e costruendo, insomma: sono stati incredibili. Quasi tutte le azioni offensive del Grifone sono passate dai loro piedi, ma anche quando non avevano la palla sono riusciti a mettere in difficoltà la retroguardia partenopea. Guardiamo nel dettaglio come.

Nell’immagine in alto si può notare il continuo movimento del tandem d’attacco rossoblù. Kouamè arretra e dà il via all’azione, mentre Pandev viene fuori dalla linea difensiva del Napoli – troppo schiacciata sull’area di rigore – andando ad occupare lo spazio ( evidenziato con due linee nere) che si creava alle spalle del centrocampo azzurro.

L’immagine in alto si riferisce al gol del pareggio del Genoa. Come si può notare è ancora la posizione del duo Pandev-Koaumè a mettere in difficoltà la retroguardia partenopea. Kouamè porta fuori posizione Koulibaly, Pandev fluttua tra le linee ed è libero di inventare, mentre Lazovic attacca la profondità. Il gioco a “tre” del Grifone frutta il gol dell’1-1, una situazione studiata da Prandelli e riprodotta alla perfezione in campo dai suoi uomini.

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