La lavagna tattica: baricentro basso e forza fisica, così il Genoa è rinato a Empoli

Per i rossoblù la vittoria del “Castellani” equivale all’inizio di un nuovo campionato, fatto di meno ansie e di qualche convinzione in più


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[tps_title]3-5-2 inno al pragmatismo[/tps_title]

Squadra che convince non si cambia. Il pareggio ottenuto al “Ferraris” con il Bologna è stato il primo segnale di risveglio da parte del Genoa. Mandorlini non poteva far altro che confermare modulo ed uomini della settimana precedente anche al “Castellani”. Come anticipato non è stato un Genoa spettacolare, ma molto concreto. I rossoblù hanno lasciato il pallino del gioco all’Empoli, un possesso palla sterile e poco efficace, reso tale dalla densità dei genoani nella propria metà campo. Squadra corta e compatta subito pronta a riversarsi nella metà campo avversaria una volta recuperato il pallone. Difesa e contropiede saranno superati, ma nel momento del bisogno fanno sempre comodo e il Genoa per ritrovarsi doveva ripartire proprio dalla fase di non possesso.

Empoli Genoa 1

Nell’immagine in alto si può notare la disposizione del Genoa in fase di non possesso palla. Quasi tutti gli effettivi in maglia rossoblù sono chiamati ad un sacrificio (eccezion fatta per Pinilla). In questo caso si può notare come il Genoa abbia cercato di chiudere gli spazi sul fronte offensivo sinistro dell’Empoli. Proprio in quella zona di campo gli uomini di Martusciello cercano di sviluppare il proprio gioco sull’asse Pasqual-Croce, reso inoffensivo dall’ottima occupazione degli spazi dei genoani.

Le indicazioni del mister a Hiljemark (da Genoacfc.it)
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