La lavagna tattica: anatomia della disfatta del Genoa a Pescara

È finito a Pescara il connubio Juric-Grifone: la sensazione che ha lasciato la débâcle dell'Adriatico è quella di una squadra involuta e apatica, incapace di reagire alle difficoltà

Caprari segna il 2-0 (Foto Giuseppe Bellini/Getty Images)

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È finito a Pescara il connubio Juric-Genoa, la batosta rifilata dagli abruzzesi del maestro Zeman ha mandato in frantumi la panchina del tecnico rossoblù. Una sconfitta rimediata sul campo dell’ultima in classifica con un roboante 5-0 e per di più contro una formazione alla prima vittoria stagionale non poteva che lasciare degli strascichi pesanti: le colpe, ovviamente, non sono tutte di Juric, ma non potendo (ri) cambiare i giocatori, si è optato per la soluzione più rapida ed indolore: l’esonero del tecnico. Peccato, perché il Genoa di Juric aveva fatto parlare di sé in positivo fino alla sciagurata sconfitta interna subita ad opera del Palermo: da lì in avanti il Grifone si è sciolto come neve al sole, racimolando la miseria di 2 punti – pareggio interno con il Crotone (2-2) e 3-3 a Firenze- in nove giornate, davvero troppo poco. Juric paga per tutti, la sensazione che ha lasciato la disfatta di Pescara è quella di una squadra involuta e apatica, incapace di reagire alle difficoltà.

Lo sconforto di Palladino (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)
Lo sconforto di Palladino (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)
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