“Questo mini ritiro è funzionale a due obiettivi. Il primo è consolidare il gruppo in tutti i sensi”. Al termine delle prime tre giornate di lavoro alla Pinatar Arena, Cesare Prandelli spiega al sito ufficiale del Genoa le motivazioni della “clausura” in terra di Spagna. “Il secondo – prosegue il tecnico rossoblù – è avere la possibilità di lavorare sui particolari con due allenamenti al giorno”.
L’ambiente trovato dalla squadra ha agevolato il lavoro dell’allenatore: “Abbiamo trovato condizioni ideali e strutture fantastiche. I campi della Pinatar Arena sono molto curati, i giocatori contenti di allenarsi in un contesto con alti standard qualitativi. Il calcio è un lavoro, ma rimane un gioco. E in un ambiente così i calciatori sono più portati al divertimento. Un aspetto positivo”.
Sono tanti i club presenti a San Pedro del Pinatar: “E’ insolito vedere flotte di squadre allenarsi gomito a gomito – aggiunge Prandelli – condividere lo stesso albergo, prendere insieme l’ascensore che porta ai piani. Tute di ogni colore e una moltitudine di nazionalità rappresentate. Un piccolo microcosmo senza barriere e pregiudizi. Se la diversità è una ricchezza, buttare l’occhio sugli altri campi fornisce spunti interessanti”. Spunti che riguardano anche i calciatori, incuriositi dai metodi e dalle tecniche altrui: “Ho visto i nostri nelle pause andare a vedere come si allenino gli altri. Qui si incrociano diverse metodologie, culture, modi di pensare. E’ un’esperienza a tutto tondo che, se hai voglia e predisposizione, ti stimola e ti apre la testa”.
Prandelli conclude: “Sono soddisfatto di come le cose stiano procedendo. Il programma è intenso, i ritiri pesanti, la fatica si fa sentire e qualche intoppo è da mettere in conto a livello fisico”.