Onofri: “Oltre alla mia famiglia per me esiste il Genoa”

Claudio Onofri: "Col Genoa ho fatto tutto. Ho fatto l'allenatore, il responsabile del settore giovanile e il capo scouting oltre che il giocatore, quindi il Genoa è la mia vita"

Claudio Onofri (Foto Pianetagenoa1893.net)

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“Una maglia può diventare una seconda pelle. Lo è stato per me, ovviamente, perchè sono quarantun’anni che sono a Genova per merito del Genoa e per questo lo ringrazio”. Così ha esordito la storica bandiera del Genoa Claudio Onofri durante una sua intervista a Genoa Channel: il canale Youtube su tutto il mondo rossoblù. “Col Genoa ho fatto tutto. Ho fatto l’allenatore, il responsabile del settore giovanile e il capo scouting oltre che il giocatore, quindi il Genoa è la mia vita. Oltre alla mia famiglia per me esiste il Genoa. Il mio primo derby d’andata al mio primo anno qui in A non lo feci, perchè ero in panchina. Feci invece quello di ritorno, dove si vinse grazie al gol di Roberto Pruzzo, detto Rey de Croxe, che fece un gol di testa straordinario dopo aver sbagliato un rigore. Ritengo che il calcio sia cambiato molto, anche sotto il profilo tecnico-tattico. Si sono fatti dei passi in avanti. C’è chi dice che c’era molta più tecnica una volta, ma credo che non sia proprio così, in quanto la velocità di esecuzione odierna non ti consente di avere tutta quella tranquillità che invece avevo io, che ricevevo palla e avevo tutto il tempo di guardarmi in torno e darla ad un compagno. La tecnica quindi va proporzionata alla difficoltà oggettiva che c’è in questo calcio. I ruoli sono cambiati, ad esempio non c’è più il mio. Ero il libero, ora c’è la squadra che gioca sempre a zona con i due difensori centrali. Fare un parallelo tra il calcio mio e quello odierno è impossibile. Io sono un appassionato di calcio, se vedo una palla che rotola mi ci butto addosso. Gioco ancora adesso, mi piace tantissimo e la televisione mi ha dato la possibilità di allargare il mio sguardo anche ai campionati esteri. Spesso mi corico sul divano e mi vedo Bayern Monaco contro Hoffenheim, poi giro e vedo Tottenham contro Arsenal e queste cose le televisioni ce le devono far pagare, perchè le pagano pure loro. Spolli gioca praticamente nel mio ruolo. Io ero più tecnico, nonostante lui sia argentino ed io italiano, ma lui è più forte nel posizionamento e di testa. Lui è un muro. Fossi nell’avversario non la butterei neanche in mezzo, tanto la piglia sempre lui. E’ veramente forte. Un giorno giocammo contro l’Argentina e conobbi un ex giocatore argentino che aveva giocato anche in Nazionale e dopo avermi visto giocare, sia contro il Brasile, sia contro di loro, mi disse : ‘Tu sei l’unico giocatore tra questi che può giocare in Argentina con noi’. Tra le tante cose che ho fatto negli anni per il Genoa ho anche fatto il responsabile del settore giovanile, anche con dei buoni prodotti, come Mimmo Criscito. Al Genoa meno male che c’è uno che si chiama Michele Sbravati che è il deus ex machina. E’ vero che possono essere stati fatti degli errori, ma è anche vero che in rapporto a tutto quello che arriva, che è poco, avere dodici, tredici anni di Serie A consecutivi e poter vedere Milito, Palacio, Thiago Motta, il lavoro è stato ben fatto. E’ chiaro, mi metto anche dalla parte dei tifosi, che li vorrebbe vedere tutti quattro o cinque anni, ma oggi le società della dimensione del Genoa non se lo possono permettere e allora devi essere bravo a centellinare le uscite e devo dire che il presidente è stato molto bravo. La Juventus ha sempre sofferto a Marassi, e anche a Torino qualche tremarella gliela abbiamo creata. Chi salvò Giancarlo Antonioni da una morte non solo apparente fui io”

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