Lerager: “Il Ferraris? E’ bellissimo giocare in un ambiente così caldo”

Il centrocampista danese è rimasto molto colpito dall'ambiente Genoa: "Il Genoa significa storia, tradizione. C’è tanta passione intorno a questa squadra”

Lerager
Lukas Learger (foto di Genoa CFC Tanopress)

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“La pronuncia corretta del cognome? Beh, intanto iniziamo ad aspirare la prima erre. Un tiro di sigaretta e via. Come se non esistesse. Rinchiudetela dentro una nuvola e buttate via le chiavi”. Il sito ufficiale del Genoa inizia così l’intervista a Lukas Lerager, il danese che ha segnato domenica scorsa il gol del pareggio contro il Bologna. Il centrocampista, giunto da appena due settimane a Genova è rimasto piacevolmente sorpreso dal clima: “Ma svegliarsi con un clima così aiuta… Anche a Bordeaux non era male, qui però è diverso a partire dalla luce. Il sole è caldo al mattino, mica se ne va presto come in Belgio o in Norvegia…”.

Dalle delizie climatologiche alle sue caratteristiche tecniche. “Calcisticamente sono nato e cresciuto come centrocampista. Mi porto dentro le esperienze capitate nella vita. Il calcio cambia velocemente, a volte non è facile stare dietro a tutte le cose che succedono. Diciamo che speravo di segnare. Il primo obiettivo, però, era essere di aiuto ai compagni. Sono stato accolto bene”. Ecco le sue prime impressioni sul nostro campionato: “In Italia la tattica è molto importante, più che in Francia. In campo si respira un’atmosfera elettrica. Forse in Francia c’è più fisicità, ma pure qui non si scherza…”. E si passa al Genoa: “Tra di noi, in campo, stiamo acquisendo la mentalità che vuole mister Prandelli. Il focus è fare nostro il suo ‘target’, le qualità non mancano nel gruppo”. Lerager ha giocato al Ferraris contro il Sassuolo: “E’ stimolante giocare in un ambiente così. Il Genoa significa storia, tradizione. C’è tanta passione intorno a questa squadra”.

Ha avuto poco tempo a disposizione per andare alla scoperta della Superba: “Se non fosse per il lavoro che faccio, dico che a Genova verrei per trascorrere qualche giorno di vacanza. Mi piace. Mi sembra che si viva con una certa tranquillità, escludendo il traffico. Sì, la storia del ponte la conoscevo: è stata una tragedia che ha colpito tutti. Un dolore che la città si porta ogni giorno”.

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