Intervista a Stefano Massa, genoano da mezzo secolo: i Derby della Lanterna

Nella seconda puntata, il professore parla anche delle squadre più forti e più scarse della storia del Genoa


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[tps_title]I derby[/tps_title]

Inevitabilmente molti dei Suoi ricordi hanno a che fare con i Derby della Lanterna. Come vive quella sfida?

Come una partita tutta particolare, ancora di più se di Serie B, perché finisce per avere unimportanza ancora superiore, visto che linsieme degli altri incontri, se non ci sono interessi di classifica contingenti, non è molto attraente.

Cosa non le piace della Sampdoria?

Parecchie cose. La superiorità a livello di primati cittadini e di vittorie nei derby, prima di tutto. Però, più in profondità, la capacità di far passare a livello mediatico i tifosi genoani come ingovernabili, quando, a parità di situazioni, quelli blucerchiati non si sono sicuramente comportati meglio! Questo fa sì che in un quadro di sostanziale parità numerica di tifoserie il sodalizio blucerchiato, pur avendo cambiato varie volte dirigenze, le abbia quasi sempre più facoltose.

Ha mai apprezzato qualcosa dei blucerchiati?

Al di là dei non pochi giocatori di classe che ne hanno indossato la caratteristica casacca, devo dire che la situazione più positiva che ricordi si è verificata quando domenica 28 marzo 1993, alla fine del derby pareggiato 0-0, i suoi giocatori hanno circondato il ceco Tomas «Fisico» Skuhravy per fargli le condoglianze per la scomparsa di sua madre Jaroslawa. Un gesto davvero nobile!

Qual è il derby che ricorda meno volentieri?

Curiosamente non è uno perduto, ma quello pareggiato 1-1 dal Genoa (in dieci per lespulsione di Corradi) domenica 17 marzo 1974: passati in vantaggio a dieci minuti dalla fine con Roberto Derlin, siamo raggiunti allo scadere da unincredibile rovesciata di Mario «Mannocci» Maraschi III. Per un paio d’ore dopo la fine della partita sono distrutto!

E quello la cui memoria è più dolce?

Tre anni dopo (domenica 13 marzo 1977) mi prenderò una bella rivincita! Io ero abbonato nei Distinti, ma quel giorno giocavamo in trasferta e per la prima volta vidi una partita del Genoa in Gradinata Nord. Dopo soli tre minuti Luciano Zecchini illude con una rete i tifosi blucerchiati, poi allo scadere del 1° tempo Giuseppe «Oscar» Damiani sr. pareggia. Allinizio della ripresa Pruzzo si fa deviare sul fondo un calcio di rigore dallex portiere del Genoa Rosario «Sarin» Di Vincenzo, ma a dieci minuti dalla fine si fa perdonare, saltando più in alto dei due giocatori della Sampdoria che hanno fino a quel momento compiuto le due prodezze di giornata e facendo entrare con un colpo di testa il pallone nella porta sottostante la Gradinata Sud, impietrita in quell’occasione quanto era stata esultante tre anni prima. Erano dieci anni che il Genoa non vinceva un derby e la prima volta che – finalmente! – accadeva in mia presenza!

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